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Preziosa radice africana, viene considerata sacra dalle tribù Xhosa insieme alle altre piante rituali “ubulawu” che consumano per comunicare con l’aldilà.

Ha un aroma pungente molto particolare ed intenso che sembra stimolare i sogni lucidi.

NON E’ UN FITOFARMACO O UN SUPPLEMENTO ALIMENTARE, MA UN ARTICOLO NON ADATTO AL CONSUMO UMANO DESTINATO SOLTANTO AD ESPOSIZIONE E FUMIGAZIONI IN AMBIENTI APERTI.

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Descrizione

Le proprietà nootropiche [10], antinfiammatorie [11], antiangiogeniche [13], antitumorali [15] ed antivirali [17] dell’uvuma-omhlope e dei suoi fitocostituenti sono supportate dalla ricerca scientifica.

Nella medicina tradizionale africana la radice viene usata per trattare ansia, insonnia, epilessia, allergie, edemi, reumatismi, impotenza, morsi di serpente, micosi epidermiche e disturbi gastrici.

In base a diverse fonti il Synaptolepis kirkii non ha potenziale psicotropo e viene solitamente assunto a piccoli dosaggi giornalmente agendo soltanto nel lungo tempo. Le proprietà irritanti sulla mucosa gastrica fanno si che già pochi grammi possano indurre vomito e sintomi gastrointestinali.

Il nome Synpatolepis deriva dal greco συνάπτω, unito insieme, e λεπίς, brattea, riferendosi al capolino caratteristico di queste piante. Il genere comprende 5 specie: 4 diffuse in Africa e 1 in Madagascar.
Un sistema di radici largo e ramificato permette loro di sopravvivere agli incendi che possono anche incoraggiare la ricrescita stagionale.

Uno studio del 2006 aveva analizzato i campioni provenienti dal Mozambico, precedetemente identificati come Synaptolepis kirkii, dimostrando che appartenessero in realtà alla specie S. oliveriana.
Anche in Sud Africa le piante erano state classificate erroneamente, si è visto che l’habitat del kirkii fosse limitato all’Africa orientale. Cresce nei boschi di miombo (Brachystegia sp.) e nella foresta pluviale lungo le coste Kenya, Somalia e Tanzani compresa l’isola di Zanzibar [1].
La maggior parte della radice sul mercato, anche quella che tratto io, proviene dall’Africa meridionale e quindi è molto probabilmente oliveriana identificato erroneamente.
Tuttavia gli stessi Xhosa, depositari della tradizione ubulawu, vivono nel Capo Orientale in Sudafrica ed utilizzano le piante locali di oliveriana, non il kirkii. Ciò suggerisce che sia la prima la specie originale oneirogena.

Il nostro fornitore è localizzato proprio in questa regione. Ho lasciato comunque il nome kirkii dato che non ho modo nè competenze per verificare personalmente la specie.
L’alto sfruttamento per l’esportazione delle radici e i cambiamenti nell’habitat naturale hanno causato il declino delle popolazioni in Sud Africa del 30%, per questo il Synaptolepis oliveriana è stato inserito nella Red list come Near Threatened (NT). Il kirkii, meno sfruttato commercialmente, è archiviato come Least Concern (LC).

Famiglia: Thymelaeaceae
Genere: Synaptolepis
Specie: S. kirkii
Nativo: Africa
L’uvuma-omhlope (Synaptolepis Kirkii) è un cespuglio erboso africano molto ramificato: possiede steli di colore marrone molto scuro su cui crescono coppie di foglie di forma lanceolata e di colore verde-bluastro lunghe fino a 2cm.
Le grosse radici tuberose sono di colore bianco porcellana, anche i fiori sono chiari.
I rotondi frutti arancioni assomigliano a bacche e sono molto gustosi.

Coltivazione
L’uvuma-omhlope è molto difficile da propagare:
-Rimuovere la copertura carnosa del seme e piantarlo dopo la raccolta
-Piantarlo in un terriccio per semi e mantenere il substrato umido
-Ci mette circa 10 giorni a germinare
-Necessità di esposizione solare completa, resiste alla siccità

In Africa orientale il decotto di radici di kirkii viene impiegato come rimedio per epilessia, ansia o il morso dei serpenti [2].
Infusioni a base di radici di kirkii vengono impiegate dai Karanga in Tanzania nel trattamento dell’epilessia [3]. Nella regione più ad Est della Tanzania vengono polverizzate e consumate sotto forma di te come afrodisiaco [4].
Nel Kisarawi le radici decorticate vengono macinate insieme ai semi di ricino e bollite in acqua, ne assumono un quarto di tazza due volte al giorno contro le infezioni fungine della pelle [5].
In Kenia vengono masticate per curare il morso dei serpenti [6].

In Sud Africa il Synaptolepis oliveriana viene utilizzato dalle tribù Xhosa a scopo rituale per indurre il sonno e facilitare le visioni dei divinatori durante la trance, oltre che come emetico e bagno rituale per faccia e corpo [7].
Viene combinato con altre erbe come Agapanthus campanulatus, Boscia albitrunca, Helinus integrifolius, Hippobromus pauciflorus, Psoralea pinnata, Rhoicissus tridentata subsp. cuneifolia, Rubia petiolaris, Silene capensis ed altre per creare il tradizionale elisir ubulawu; la ricetta varia in base alla disponibilità delle specie ed altri fattori [8].
In Zimbabwe ne bevono l’infuso di radici come purgante utile contro i parassiti intestinali [9].

NOOTROPICO
Un estratto diclorometanico a base di radici di Synaptolepis kirkii ha mostrato una potente attività neurotrofica nei test sulle culture cellulari. Da questo preparato è stata isolata la kirkinina, un ortoestere dafnanico, che ha promosso la sopravvivenza neuronale in maniera concentrazione-dipendente con una potenza comparabile al fattore di crescita nervoso (NGF). La potenza e la struttura la distinguono dagli altri composti con proprietà NGF-simili precedentemente noti. Si ipotizza agisca attraverso l’attivazione della proteina chinasi C (PCK) [10].
Un altro composto strutturalmente molto simile, il fattore synaptolepis K7 ha dimostrato effetti analoghi potenziando l’espressione dei marker della differenziazione neuronale e la fosforilazione della proteina ERK. Questo secondo meccanismo è mediato da nuove isoforme di PCK che vengono traslocate nella regione perinucleare [11].
Nel fitocomplesso della radice sono presenti anche excoecariatossina, yuanhuadina, 12β-acetossihuratossina dotate di proprietà nootropiche ridotte rispetto ai primi due diterpeni [12].

ANTINFIAMMATORIO, ANTIANGIOGENICO
La yuanhuadina ha ridotto la secrezione eccessiva di TNF-α, IL-6, IL-1β ed ossido nitrico (NO) nelle cellule stimolate con lipopolisaccaridi, i ricercatori ipotizzano che possa avere potenziali applicazioni nel trattamento dell’artrite reumatoide [13].
Agisce inibendo trasmissione del segnale MyD88-dipendente nei macrofagi regolando l’attività trascrizionale di NF-κB e AP-1 [14].

ANTITUMORALE
Estratti a base di radici di Synaptolepis kirkii hanno inibito la proliferazione delle cellule del carcinoma cellulare umano del 68.1% alla concentrazione di 10 µg/ml [15].
L’excoecariatossina ha dimostrato una significativa attività citotossica nei confronti delle cellule umane del carcinoma polmonare a grandi cellule, in più ha ostruito la replicazione delle culture di leucemia a cellule T dell’adulto [16].
Anche kirkinina, fattore synaptolepis K7, yuanhuadina, 12β-acetossihuratossina hanno manifestato interessanti proprietà antileucemiche [12].

ANTIVIRALE
L’excoecariatossina è risultato un potente agente antiretrovirale privo di citotossicità [17].

TOSSICITA’
Un estratto metanolico a base di radici di Synaptolepis kirkii ha mostrato una certa attività irritante, 17 composti isolati hanno mostrato un di agire come irritanti locali con un potenza (I24) che va da 0.05 a 670 nmole-1. 12 di questi hanno anche superato il controllo, simplexina, come promotori tumorali sulla pelle dei topi [18].
Questo dovrebbe spingere alla cautela quando si utilizza questa pianta.
Tuttavia bisogna considerare che gli estratti concentrati e, ancora di più, i fitocostituenti isolati sono molto diversi dal rizoma grezzo o dal decotto tradizionale che si utilizzano a scopo medicinale ed oneirogeno in Africa. Non a caso questi composti erano presenti in concentrazioni inferiori all’1% nell’estratto originale preparato con l’acetato di etile che è già un solvente forte.
In ogni caso le proprietà irritanti spiegano la potente azione emetica della pianta già sui 2-3grammi di rizoma secco, per questo i dosaggi oneirogeni sono solitamente inferiori ad 1g.

Terpenoidi: kirkinina, fattore synaptolepis K7, excecariotossina, yuanuadina, 5β-idrossiresiniferonolo-6α, esteri diterpenici dafnanici e 1α-alchildafnanici

 

1)Jordaan, M., and C. L. Bredenkamp. “Thymelaeaceae: The true identity of Synaptolepis Kirkii.” Bothalia 39.1 (2009).

2)Kokwaro, John O. Medicinal plants of east Africa. East African Literature Bureau, 1976.

3)Watt, John Mitchell, and Maria Gerdina Breyer-Brandwijk. “The Medicinal and Poisonous Plants of Southern and Eastern Africa being an Account of their Medicinal and other Uses, Chemical Composition, Pharmacological Effects and Toxicology in Man and Animal.” The Medicinal and Poisonous Plants of Southern and Eastern Africa being an Account of their Medicinal and other Uses, Chemical Composition, Pharmacological Effects and Toxicology in Man and Animal. (1962).

4)Hutchings, Anne. Zulu medicinal plants: An inventory. University of Natal press, 1996.

5)Runyoro, D. K. B., et al. “Medicinal plants used by Tanzanian traditional healers in the management of Candida infections.” Journal of Ethnopharmacology 106.2 (2006).

6)Omara, Timothy, et al. “Medicinal plants used as snake venom antidotes in East African Community: review and assessment of scientific evidences.” Journal of Medicinal and Chemical Sciences 4.2 (2021).

7)Van Wyk, Ben-Erik, and Nigel Gericke. People’s plants: A guide to useful plants of Southern Africa. Briza publications, 2000.

8)Sobiecki, Jean-Francois. “Psychoactive ubulawu spiritual medicines and healing dynamics in the initiation process of Southern Bantu diviners.” Journal of Psychoactive drugs 44.3 (2012).

9)Borris, Robert P., Gábor Blaskó, and Geoffrey A. Cordell. “Ethnopharmacologic and phytochemical studies of the Thymelaeaceae.” Journal of ethnopharmacology 24.1 (1988).

10)He, Weidong, et al. “Kirkinine, a new daphnane orthoester with potent neurotrophic activity from Synaptolepis kirkii.” Journal of natural products 63.9 (2000)..

11)Van Kolen, Kristof, et al. “Investigation of signalling cascades induced by neurotrophic synaptolepis factor K7 reveals a critical role for novel PKCε.” European journal of pharmacology 701.1-3 (2013).

12)He, Weidong, et al. “Neurotrophic and antileukemic daphnane diterpenoids from Synaptolepis kirkii.” Bioorganic & medicinal chemistry 10.10 (2002).

13)Wang, Ling, et al. “Anti-inflammatory and anti-angiogenic activities in vitro of eight diterpenes from Daphne genkwa based on hierarchical cluster and principal component analysis.” Journal of natural medicines 72.3 (2018).

14)Sik, KYUNG Min, et al. “Anti-inflammatory Effect of Yuanhuadine by Inhibition of MyD88-dependent Signaling Pathway in LPSinduced Macrophages.” 추계총회 및 학술대회 (2011).

15)Runyoro, D. K. B., et al. “Cytotoxic activity of some Tanzanian medicinal plants.” East and Central African Journal of Pharmaceutical Sciences 8.2 (2005).

16)Xu, Jun-Ping. Cancer inhibitors from Chinese natural medicines. CRC Press, 2016.

17)Vidal, Vincent, et al. “Library-based discovery and characterization of daphnane diterpenes as potent and selective HIV inhibitors in Daphne gnidium.” Journal of natural products 75.3 (2012).

18)Adolf, W., et al. “Irritant Principles of the Mezereon Family (Thymelaeaceae), V. New skin irritants and tumor Promoters of the daphnane and 1α-alkyldaphnane type from Synaptolepis kirkii and Synaptolepis retusa.” Journal of natural products 51.4 (1988).

 

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