Stramonio (Datura stramonium)
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In StockDiffusa nel medioevo come narcotico, anestetico e sudorifero, nel corso degli anni si è guadagnata molti appellativi (erba del diavolo, erba delle streghe, noce velenosa, etc.). L’assunzione interna di questa pianta è stata abbandonata per via dell’alto rischio di tossicità.
E’ legata alla stregoneria ed è stata bruciata a scopo rituale fin dal Medioevo.
E’ UNA SPECIE TOSSICA E PERICOLOSA, LA CUI INGESTIONE PUO’ AVERE CONSEGUENZE LETALI. E’ DESTINATA SOLTANTO AD COLTIVAZIONE E FUMIGAZIONI IN AMBIENTI APERTI.
Descrizione
Le proprietà anticolinergiche [55], delirogene [55], serotoninergiche [61], stimolanti [63], sedative [63], sonnifere [68], oneirogene [70], miorilassanti [74], analgesiche [75], antiadditive [78], antidepressive [80], ansiolitiche [83], antispastiche [85], antiasmatiche [88], antitumorali [89], antivirali [93], antibatteriche [94], pesticide [97], antidiabetiche [99], antiossidanti [99] dello stramonio e dei suoi fitocostituenti sono supportate dalla ricerca scientifica.
E’ una pianta altamente tossica, molto pericolosa per la sua variabilità nella concentrazione degli alcaloidi tropanici. Contiene atropina, iosciamina, scopolamina e derivati in tutte le sue parti.
Nonostante la tossicità è stata impiegata in passato nel trattamento di asma, influenza, bronchite cronica, tubercolosi, pertosse, congestione, dolore neuropatico, reumatismi, mal di testa, indigestione, reflusso acido, flatulenza, diarrea, costipazione, artrite, traumi muscolari, contratture, spasmi, tremori, Parkinson, demenza, disturbi della memoria, debolezza, psicosi, mania, delirium tremens, ninfomania, schizofrenia, epilessia, depressione, ansia, insonnia, disturbi della circolazione, lebbra, rabbia, infezioni, parassitosi, febbre, disturbi cardiaci e ittero.
Localmente si applicava su infiammazioni, algie, gotta, artrite reumatoide, disturbi epidermici, ferite, reumatismi, vitiligine, emorroidi, vene varicose, tumori, ulcere, punture e morsi d’insetto.
Il coleottero parassita Trichobaris soror riesce a stimare i livelli di scopolamina mentre si nutre dei tessuti della Datura. Evita le piante con un alta concentrazione e depone le uova a livello dei frutti in via di sviluppo. Le larve si nutrono esclusivamente dei semi immaturi e costruiscono dei tunnel con i loro escrementi interferendo con la capacità di propagazione, durante il periodo freddo i coleotteri si ibernano dentro gli stessi frutti in attesa della stagione umida.
L’alcaloide in questo caso agisce come difesa chimica della pianta ed i predatori come pressione selettiva supportando la teoria del mosaico geografico della coevoluzione [1].
Descrizione
Ordine: Solanales
Famiglia: Solanaceae
Genere: Datura
Specie: D. stramonium
Varietà: Le Fleur
Native: Messico
Plant Hardiness Zone: 8-9
Lo stramonio (Datura Stramonium) è una pianta annuale eretta che emette un odore sgradevole e cresce fino a 150cm d’altezza.
La radice è lunga, spessa e bianca; il fusto è robusto, foglioso e molto ramificato.
Sviluppa delle foglie lunghe fino a 20cm, lisce, dentate e ondulate.
Fiorisce in estate e produce dei fiori caratteristici a forma di tromba lunghi fino a 9cm che si aprono la notte; la fragranza gradevole che emettono attira le farfalle notturne.
Il frutto è una capsula spinosa di forma ovale lunga fino a 8cm di diametro che si divide in quattro camere, ognuna delle quali contiene numerosi piccoli semi.
Coltivazione
E’ una pianta robusta, facile da coltivare
-Mettere a mollo i semi in acqua calda-tiepida fino a 24 ore, cambiarla ogni 6 ore circa.
-Piantare i semi in primavera o inizio estate a piena esposizione solare in un terreno generico molto drenante
-Mantenere il terreno umido fino alla germinazione (1-2 settimane).
-Teme il freddo e l’umidità eccessiva, resiste alla siccità.
L’origine del termine neo-latino stramonium non si conosce bene: secondo alcuni autori deriva dal nome della pianta in greco antico, in latino si traduce con la perifrasi “mandato a morire.
Nel XVI secolo a Venezia con stramonia si ci riferiva alla Datura metel, lo stramonio infatti si è diffuso in un secondo momento e il nome è stato trasferito da una specie all’altra.
Datura deriva invece dall’indù dhatur, proveniente a sua volta dal sanscrito dhustura, nome impiegato in India per idenficare la Datura fastuosa e metel.
ARCHEOLOGIA
La vecchia ipotesi sulla presenza esclusiva del genere Datura nel Nuovo continente prima del viaggio di Colombo è stata smentita dai reperti ritrovati in Europa, secondo Samorini i dati in Europa sarebbero più antichi e suggerirebbero che lo stramonio sia una pianta autoctona europea oltre che americana [2].
Tuttavia studi filogenetici sembrano smentire questa teoria localizzando il centro di dispersione originale in Messico e sudest degli USA [3].
Alcuni autori per conciliare le evidenze contrastanti hanno elaborato una tesi secondo cui alcune Datura si sarebbero diffuse dall’America all’Europa in tempi precolombiani come è successo per la patata dolce in Polinesia [4].
Europa
Dei fossili di stramonio risalenti alla seconda metà del 4000 a.C. sono stati ritrovati nel sito di Novoselovka-III in Ucraina [5] e fra i reperti della cultura di Cucuteni-Trypillian in Moldavia [6].
Dei semi di stramonio sono stati rinvenuti in una fossa coperta da una lastra dentro un recipiente di terracotta nel sito di Prats dell’età del Bronzo in Andorra [7].
Altri resti sono stati individuati in Ungheria nel sito archeologico di Prets in Andalusia [8].
Nella letteratura araba cha va dal IX al XIV secolo d.C è ricorrente una specie di Datura non ben identificata chiamata gawz mathil che era conosciuta nella zona che va dall’Asia Centrale alla Penisola Iberica [4].
America del Nord e Centrale
Nell’America del Nord le testimonianze più antiche sono rappresentate dalle conchiglie datate 1400-1000 a.C ritrovate in alcuni siti precolombiani in Messico occidentale su cui sono state identificate tracce di atropina [9].
In alcuni pezzi si notano delle incisioni che sembrano rifarsi alla struttura di un bruco di Manduca sexta, in più Nel Nuovo Messico sono state trovate raffugurazioni di una figura umanoide dalle fattezze simili ad una Manduca [10].
Questi dati hanno spinto Samorini ed altri autori ad ipotizzare che le popolazioni preistoriche avessero osservato le sfingi succhiare il polline dalle Datura, eventualmente apprendendone a loro volta l’uso.
E’ stato anche suggerito che i caratteristici contenitori spinosi preistorici ritrovati in Nord America e Messico siano connessi alla forma dei frutti della pianta e dimostrino che venisse impiegata o almeno conosciuta dalle popolazioni primitive [11].
Secondo alcuni autori il consumo della Datura avrebbe influenzato lo stile dell’arte rupestre di Santa Barbara le cui illustrazioni somigliano vagamente alle alterazioni visive tipiche del delirio anticolinergico [12].
Le pitture primitive del fiume Pecos in Texas sembrano ritrarre i baccelli spinosi caratteristici di questo genere [13].
Sicura è invece la presenza di figure umanoidi con fattezze della pianta nello stile Palayu del’altopiano del Colorado [14].
Recentemente è stato anche proposto che il frutto spinoso del murale di Teotihuacan in Messico sia una specie di Datura [15].
Nonostante queste premesse le evidenze archeologiche più solide risalgono però al 1000 d.C.. Dei semi di stramonio e del legname di Juniperus virginiana sono stati scoperti nel cantiere della BBB Motor in Illinois, il contesto lascia ipotizzare un possibile uso rituale [16].
Del polline di Datura è stato rilevato nei siti della regione di Cajon Mesa datato 900-1000 d.C [17], resti carbonizzati della pianta sono stati localizzati vicino alle rive del Mississipi [18].
Sud America
Anche in Sud America la documentazione è relativamente recente se si escludono i semi di stramonio scoperti nel sito Inca a Shincal tra gli ingredienti per la preparazione della chica [19].
Il resto dei reperti risalgono all’anno 1000 d.C. circa: dei residui di Datura stramonium sono stati ritrovate in alcune pipe della popolazione Llolleo che abitava il Cile prima della conquista spagnola, trattandosi di piccole tracce non è detto che venisse fumata in quegli oggetti [20].
Nel sito di El Mercurio sono stati scoperti dei semi di Datura stramonium all’interno del corredo funerario di alcuni bambini [21].
Le decorazioni sulle ceramiche Nazca, un antica popolazione estinta che abitava la costa meridionale del Perù dal 100 all’800 d.C., sono state collegate alla Datura [22].
ETNOBOTANICA
Antica Grecia, Egitto Mesopotamia
I trattati scritti da Senofonte e Dioscoride menzionano lo stramonio: la pianta era ampiamente usata sia in Mesopotamia che nell’Antica Grecia.
Secondo alcuni autori potrebbe essere l’ingrediente della famosa pozione di Circe usata contro Omero ed il suo equipaggio nell’Odissea, altri ipotizzano sia stata impiegata dall’oracolo di Delfi per entrare nello stato di trance.
Si ipotizza che lo stramonio potesse essere il dorycnion della lettaratura latina e greca, una pianta velenosa [23].
Alcuni autori lo identificavano anche con lo strýchnon manikón menzionato da Teofrasto, ma quest’ipotesi è sempre meno accreditata.
Nell’antica Mesopotamia i sacerdoti Assiri, Babilonesi e Sumeri la usavano a scopo medicinale e come allucinogeno rituale [24].
Lo stramonio era noto anche nell’antico Egitto, i Nubiani la impiegavano contro il dolore al petto.
Una preparazione molto comune nella Roma antica era la spongia somnifera, ovvero una spugna marina intrisa con l’estratto fresco di diverse piante psicotrope raccolte durante la stagione estiva come Solanum nigrum, Hyoscyamus niger, Cicuta minor, Datura stramonium, Lactuca virosa, Atropa belladonna, Hedera helix, Lolium temulentum, Mandragora e qualche goccia d’oppio. Veniva quindi fatta asciugare al sole e il procedimento ripetuto fino a 3 volte per incrementarne la potenza [25].
Incas e popolazioni precolombiane
Le evidenze archeologiche suggeriscono che la Datura venisse impiegata dagli Incas in combinazione con altre piante come il tabacco, la coca o i cactus mescalinici per ottenere una sorta di anestesia totale o parziale prima delle operazioni chirurgiche [26].
I semi sono anche stati usati In Perù nelle procedure di trapanazione cranica, le evidenze archeologiche suggeriscono che la percentuale di letalità di queste terapie era solo del 17-25% mentre nel periodo della guerra civile americana arrivava al 46-56% [27].
Tra i Maya lo stramonio veniva chiamato tolohuaxihuit, le foglie si fumavano mischiate al tabacco.
Nello stato messicano di Hidalgo è stata scoperta una rappresentazione di figure umanoidi in posizione reclinata con la pianta che spunta dalla pancia, i ricercatori ipotizzano che venisse impiegata nei sacrifici umani ed altri simili rituali [28].
Tra gli aztechi era noto come tlapatl e veniva impiegato nelle pratiche di divinazione e nella magia nera per rendere folli gli avversari.
A scopo medicinale usavano lo stramonio esternamente come unguento antipiretico, analgesico ed antigotta, internamente come anestetico, sonnifero e sedativo [29].
Amministravano un decotto di foglie localmente o per via rettale come antipiretico, con i frutti e le foglie trattavano il dolore toracico [30].
Nativi americani
Gli Algonquini della Virginia impiegavano la Datura nel rito di passaggio necessario per entrare nei ranghi più alti della società: ogni 14-16 anni selezionavano i giovani più forti e li portavano nel bosco dove li chiudevano in delle gabbie o recinzioni.
Quindi davano agli iniziati solo la pianta da mangiare e li lasciavano delirare per una ventina di giorni fino a dimenticarsi completamente di tutta la vita precedente.
Una volta raggiunto il dosaggio necessario la quantità veniva progressivamente scalata fino a che l’effetto non finiva.
Prima che si esaurisse i giovani venivano riportati nel villaggio: se manifestavano segni del ricordo della vissuto, ripetevano il rituale risultano spesso nella morte dell’iniziato [31].
Le tribù californiane identificano la Datura con lo spirito di un grande sciamano a cui si rivolgono per avere delle visioni ed incontrare il loro spirito guida animale.
I Luiseño e Jauneño impiegavano la pianta da sempre in tutti i rituali pubblici, consistenti principalmente in cerimonie funebri e di iniziazione puberale.
In queste ultime polverizzano le radici secche della Datura in un mortaio rituale e mettono a mollo la polvere risultante in acqua calda.
Gli iniziati si inginocchiano di fronte al maestro cerimoniale che fa bere la bevanda delirogena finchè ritiene di aver raggiunto la dose necessaria, quindi spinge indietro la testa del giovane e passa ad un altro.
Una volta consumata vengono portati in un luogo appartato dove gli anziani veglieranno sul loro riposo [32].
Le tribù orientali di Cherokee fumano le foglie per trattare l’asma, i semi vengono consumati in piccole dosi dai sacerdoti per potenziare le loro abilità psichiche o come analgesici.
Col fogliame fresco fanno una poltiglia da applicare su infiammazioni e disturbi epidermici.
Le tribù occidentali mettono a mollo il fogliame in acqua fresca e ne fanno una pasta per trattare ferite e lesioni aperte [33].
In alcune cerimonie Navajo l’uomo di medicina consuma lo stramonio a scopo divinatorio sotto la supervisione di un musicante, haatali, per ripristinare l’equilibrio di un paziente.
Popolazioni amazzoniche e messicane
Gli sciamani delle Ande peruviane settentrionali usano da sempre Datura e Brugmansia per i rituali di divinazione e guarigione, consumandola da sola o insieme al Trichocereus pachanoi.
Prima di un esperienza visionaria con la Datura si sottopongono ad una particolare dieta ed si astengono dalle attività sessuali.
In alcuni rituali d’iniziazione, riservati a pochi elementi scelti dagli sciamani per le loro doti psicofisiche, si beve il succo fresco della pianta.
Le varie specie vengono assunte anche sotto forma di estratto acquoso, alcolico, vino infuso, snuff o assorbite esternamente sulla fronte e la nuca.
I nativi tengono a disposizione un antidoto a base di mais bianco, zucchero raffinato, acqua di fonte, succo di lime, miele selvatico, petali di rose e garofani selvatici che avrebbe delle proprietà “fredde” opposte a quelle “calde” della Datura.
Il miscuglio viene consumato per interrompere gli effetti visionari della pianta prima dell’alba (i nativi credono che la luce solare sia molto pericolosa per chi è sotto effetto di allucinogeni), viene anche spruzzato su mani, plesso solare e mento dell’intossicato.
Per scopi medicinali applicano le foglie fresche localmente sulle zone afflitte generalmente come antinfiammatorio ed antireumatico, non viene somministrata internamente ai pazienti se non in rare occasioni con un preciso dosaggio [34].
In Cile viene impiegata anche per il trattamento di malattie mentali, pertosse e sintomi asmatici, in Argentina i semi si impiegano per calmare gli attacchi psicotici e i deliri dei folli [35].
Ancora oggi presso gli Zuni del Nuovo Messico si usa come anestetico per piccole operazioni chirurgiche, in Messico il decotto viene consumato prima del parto per alleviarne i dolori.
In Ecuador gli Jivaros ed altre tribù occidentali amazzoniche impiegano lo stramonio come misura correttiva per i bambini discoli [36].
Anche i Mapuche in Cile ed Argentina drogano con lo stramonio i bambini irruenti per punirli. Mischiano i semi macinati con farina tostata o altri alimenti per nasconderne il sapore [37].
Tra queste popolazioni è stato anche riportato l’impiego come test predittivo delle loro future capacità, osservano infatti le attività del fanciullo durante l’intossicazione e in base a questo lo identificano come futuro guarriero, ladro, cacciatore, etc. [38].
In Panama e Colombia si dava lo stramonio ai bambini al fine di trovare i giacimenti d’oro, pensavano di localizzare il filone in base a dove il fanciullo cadeva addormentato.
Si pensava che Kieri Tewiari, il dio della pioggia e della stregoneria degli Huicol del Messico, simboleggiasse una Datura.
Tuttavia la descrizione del mito che parla di un albero con 5 rami fa pensare che la specie in questione sia una qualche Solandra, un altra solanacea ricca di alcaloidi tropanici diffusa nella zona [39].
Gli Opata e i Seri impiegavano la pianta in alcuni misteriosi rituali, i secondi applicavano le foglie fresche localmente per i problemi alla milza.
I Nahua la considerano un dono del dio della pioggia Tllaloc efficace nel trattamento della gotta e di molti altri disturbi [40].
Ancora oggi le streghe messicane vendono pozioni d’amore fatte con lo stramonio nei mercati locali.
In Cile semi macinati venivano anche mischiati all’acqua o al vino dei prigionieri Arucani condannati alla tortura per anestetizzarli, stordirli ed alle volte ucciderli [41].
Haiti e Caraibi
Lo stramonio è noto ad Haiti come “cocomero dello zombie”, il famoso etnobotanologo Wade Davis ha ipotizzato che fosse impiegato dagli stregoni vodoo per drogare le vittime e mantenerle in uno stato di trance come degli zombie [42].
Nell’isola di Maria-Galante si fumano le foglie come rimedio per i disturbi asmatici, veniva anche impiegato come allucinogeno rituale.
Africa
La Datura viene consumata in Africa ancora oggi dagli Huasa nel corso di riti pre-matrimoniali.
In Nigeria semi vengono amalgamati nell’olio di palma ed impiegati esternamente contro morsi e punture di insetto [43].
Alcune tribù del Niger impiegano la Datura nei rituali segreti di possessione, nella valle di Maradi sono riservati solo alle donne ed hanno una funzione principalmente curativa come ultima risorsa in caso di fallimento della altre terapie.
Preparano una bevanda cerimoniale, l’alkangaudé, fatta con 99 radici tra cui la Datura; la dose di quest’ultima è tenuta volutamente entro certi limiti e non induce effetti deliranti negli adepti.
A Birnin Konni il culto è misto e si tengono anche celebrazioni più profane come quelle delle prostitute nelle città dove si fa largo consumo di Datura, alcolici e noce di cola e le finalità sono per lo più edonistiche.
Alle volte le bambine simulano il rituale di possessione di Bori ingerendo la pianta, questo permette l’accesso alle cariche cerimoniali più importanti.
Gli Etiopi credono che i semi dello stramonio messi sotto il cuscino costringano a parlare i dormienti, in Eritrea si usano per preparare pozioni della verità da usare nelle diatribe giudiziarie per costringere i colpevoli a confessare.
In Senegal presso i Toucouleur il decotto di foglie di Datura si somministra ancora oggi alle vittime di stregonerie e furti per identificare il responsabile.
Samorini ed altri esperti ipotizzano che la droga impiegata durante l’impero abissino in Etiopia per la pratica del leba shay possa essere una Datura, probabilmente lo stramonio.
Si faceva consumare una sostanza vegetale allucinogena ad un ragazzo di 10-15 anni per scoprire l’autore di un furto: vagando in preda al delirio incitato dal padrone, l’intossicato individuava il ladro per le strade oppure si accasciava in trance nella sua dimora.
Viene impiegata insieme ad un pezzo di carne per convocare i geni, degli spiriti che accordano dei favori in cambio di un pegno che può essere più o meno gravoso in base alla capacità di contrattazione dell’evocatore.
Una piccola quantità di frutto acerbo essiccato di Datura viene infuso in una ciotola d’acqua bollente, questa pozione si beve per avere un effetto stimolante che permette di svolgere in un giorno il lavoro di una settimana oltre a potenziare le facoltà cognitive.
Tra i Wolof viene infatti impiegata per testare la capacità dei guerrieri d’elitè di comprendere le conoscenze trasmesse dal maestro.
L’impiego criminale è comune in Magreb, Tanganika e gran parte dell’Africa, le principali vittime sono i turisti.
Nell’isola della Riunione ad est della costa del Madagascar lo stramonio viene utilizzato a scopo medicinale dai guaritori e dai giovani a scopo ludico.
Nei primi del ‘900 una banda di criminali che addormentava le vittime con l’ausilio delle pianta si distinse nell’isola per alcuni delitti brutali a carattere rituale.
Fra gli Zulu gli uomini di medicina inalano la radici e il fogliame polverizzato di stramonio a scopo divinatorio.
A Bulamongi in Uganda i semi di stramonio vengono aggiunti all’alcol per scoraggiarne l’abuso [44].
Asia e Medicina Tradizionale Cinese
Nella Medicina Tradizionale Cinese i fiori di stramonio vantano una lunga tradizione come anestetici, sedativi, sonniferi, per il trattamento di asma e bronchite cronica in dosi che vanno da 250 a 500mg.
Le foglie fresche vengono applicate locamente per il trattamento di spasmi muscolari ed artrite reumatoide, coi semi fanno una pasta per stimolare la circolazione e lenire sintomatologie antalgiche.
Col decotto trattano problemi della pelle e malattie ai piedi.
Viene anche fumata o inalata sotto forma di polvere per combattere sintomi asmatici e disturbi respiratori fino ad un dosaggio giornaliero massimo di 1,5g [45].
Con l’olio dei semi si produceva il sapone.
India e medicina ayurvedica
Nella letteratura araba ed indiana che va dal IX al XIV d.C. viene menzionata una Datura (probabilmente la stramonium, metel e/o ferox) col nome di gawz mathil, mela del folle.
In India i semi di stramonio sono stati usati per il trattamento di epilessia e disturbi cardiaci.
Gli antichi medici Hindu la classificavano come intossicante, emetico, digestivo, sedativo, analgesico ed antispasmodico.
Utilizzavano le radici e la pianta intera contro lebbra, rabbia, Parkinson e malattie mentali. Il seme veniva lodato come antipiretico, antielmintico, espettorante e consumato contro epilessia, disturbi cardiaci ed ittero; localmente si applica ancora oggi per trattare vitiligine, emerroidi, ulcere e disturbi della pelle [46].
Le foglie e i semi dello stramonio sono anche stati impiegati come narcotico e veleno dai ladri, I Thugs devoti alla dea della distruzione Kali usavano i semi tritati mischiati all’acqua per derubare ed uccidere le vittime.
I sadhus lo fumano ancora oggi insieme alla cannabis ed all’aconito nelle pipe tradizionali.
Medio Oriente
In Pakistan le donne scaldano dalle 5 alle 8 foglie di stramonio a fuoco basso e le attaccano strette ai seni cascanti per farli diventare tonici.
Si consumano dai 2 ai 5 semi in una tazza di te verde per alleviare il mal di testa [47].
Il decotto fatto con la pianta intera è stato impiegato come antispastico nella medicina tradizionale iraniana [48].
Nepal
Nel Nepal occidentale le foglie di Datura vengono pestate nell’acqua insieme a quelle di Cannabis sativa e ai fusti di Neopicrorhiza scrofulariflora e la pasta risultante impiegata esternamente sul capo per lenire il mal di testa.
I semi vengono triturati insieme al riso e consumati oralmente come digestivi.
Nel Nepal centrale le foglie fresche vengono scaldate ed applicate più volte per alleviare i dolori derivanti da slogature e traumi.
Il succo fresco delle foglie viene assunto con il latte per espellere i parassiti [49].
Europa
Lo stramonio veniva largamente impiegato dai Taltos, i leader spirituali nell’antica Ungheria e Transilvania.
In Russia i ladri usavano i semi tritati per ipnotizzare e causare amnesia nelle vittive.
In Spagna è stata introdotta dagli esploratori di ritorno dalle colonie come pianta ornamentale e medicinale.
Le streghe preparavano il famoso “fliying ointment”, un unguento magico fatto con il grasso di un bambino (chiramente questo dettaglio è pura superstizione), oppio, cannabis, aconito, cicuta e varie Solanaceae tra cui la mandragola ed altri ingredienti come ossa, serpenti e rettili velenosi, etc. Lo applicavano internamente nelle mucose (anale e vaginale) mediante una bacchetta, da qui è nato il mito delle streghe a cavallo di scope volanti [50].
Lo stramonio si usava nella prima medicina moderna per curare mania, ninfomania, epilessia, convulsioni, melanconia, reumatismi, delirium tremens, neuralgia e follia.
Era ampiamente prescritto come analgesico ed antispasmodico.
Fino alla fine degli anni ’90 le sigarette a base di fogliame note come asthmador erano vendute nelle farmacie europee per trattare i sintomi asmatici.
Regno Unito e colonie americane
Il famoso erborista John Gerard scrive che i semi furono introdotti da Costantinopoli nel Regno unito da Sir Edward Zouch di Woking al tempo della regina Elisabetta.
Con la pianta si preparava un unguento facendo bollire il lardo con il succo di stramonio per trattare infiammazioni e bruciature.
Il succo del frutto si applicava per prevenire la calvizie, quello dei fiori per il mal d’orecchio. Con le foglie facevano una poltiglia da usare esternamente contro i tumori della pelle [51].
Dei soldati inglesi mandati a sedare la ribellione dei coloni di Jamestown in Virginia nel 1676 raccolsero e consumarono abbondantemente lo stramonio in zuppa con altre verdure ignari della sua tossicità.
L’intossicazione li rese folli per 11 giorni, i testimoni non notarono impulsi autolesionistici o violenti ma un ritorno ad uno stato innocente e naturale in cui era comune una certa componente ludica [52].
Italia
Intorno al IX secolo nei conventi in Sabina si impiegavano le cosiddette spugne soporifere fatte con infusi ed estratti di stramonio per anestetizzare i pazienti prima di un operazione chirurgica.
I semi venivano ampiamente consumati come analgesici, sonniferi e sedativi.
Nella cultura popolare medievale si associava lo stramonio e le altre solanacee anticolinergiche al potere sessuale, infatti con queste piante si preparavano filtri e pozioni d’amore.
Nel Grossetano ed in Versilia si fumavano le foglie come rimedio per l’asma, nel Capannorese ed in Garfagnana si inalavano i fumi sprigionati dai semi e dalle foglie bruciata.
Nella medicina popolare siciliana con lo stramonio si preparavano unguenti per trattare artrite, reumatismi e dolori muscolari; veniva impiegato anche dai pescatori per avvelenare i fiumi.
Durante il rinascimento i fiori di stramonio venivano mischiati dai criminali nei cibi per rendere inoffensive le vittime [53].
ANTICOLINERGICO, DELIROGENO
L’intossicazione indotta dallo stramonio viene considerata nei vecchi manuali di erboristeria più violenta e maniacale di quella del giusquiamo, forse per il fitocomplesso domanito dalla iosciamina o anche per la presenza di anfetamina e derivati [54].
Atropina (ovvero la mistura racemica di L-iosciamina and D-iosciamina), scopolamina e derivati presenti in tutte le parti dello stramonio inibiscono competitivamente il legame dell’acetilcolina con i recettori muscarinici nella giunzione neuroeffettrice postganglionica con conseguenti effetti su sistema nervoso centrale e periferico.
L’onset dei sintomi dell’intossicazione, nota come sindrome anticolinergica, è molto variabile in caso di assunzione orale e dipende molto dalla biodisponibilità del preparato specifico e dalla fisiologia dell’assuntore. In base ad un antica dicitura il paziente viene descritto “rosso come una rapa, secco come un osso, cieco come un pipistrello, pazzo come un cappellaio, caldo come una lepre e pieno come un fiasco” riferendosi rispettivamente ad arrossamento, anidrosi, secchezza alla mucose, midriasi, stato mentale alterato, febbre e ritenzione urinaria. Il delirio è caratterizzato in primo luogo dall’incapacità di concentrarsi, elaborare informazioni e ricordare eventi anche appena trascorsi. Sono comuni cambiamenti repentini nella personalità e nell’umore del soggetto, delusione ed atteggiamenti paranoici, nei casi severi può anche dimenticarsi chi è o dove si trova. La confusione che deriva da questo stato può provocare rabbia ed aggressività e/o paradossalmente sonnolenza ed introversione. Col progredire dell’intossicazione i pazienti possono diventare progressivamente sempre più sedati fino a raggiungere lo stupor, uno stato in cui la mancanza della funzione cognitiva critica si aggiunge ad un livello di coscienza isufficiente per rispondere agli stimoli basilari. Nei casi molto gravi possono anche sopraggiungere convulsioni, depressione cardio-respiratoria, coma e morte, ma la maggior parte delle fatalità sono dovute ai danni secondari comuni durante l’esperienza delirogena. Le allucinazioni sono molto diverse dalle visioni e le alterazioni visive indotte dagli psichedelici, hanno un carattere solitamente terrifico e l’intossicato non riesce a distinguerle dalla realtà. E’ comune vedere persone ed oggetti che non esistono e quindi scompaiono dopo una breve interazione (eg. le famose sigarette invisibili nei fumatori o i discorsi con vecchi amici e parenti anche morti). Il soggetto ha difficoltà ad esprimersi e solitamente sproloquia da solo o contro figure immaginarie con voce rauca per la secchezza estrema alla bocca, suoni e luci intense risultano molto fastidiosi.
A livello centrale l’atropina ha solo 1/7 della potenza della scopolamina e 1/2 di quella della L-iosciamina. Ciò è dovuto alla maggiore liposolubilità della scopolamina, alla diversa distribuzione nel microambiente cerebrale, al coinvolgimento della pompa di efflusso della glicoproteina-P [55], oltre che all’affinità specifica per i recettori muscarinici. L’atropina mostra valori simili per tutti i recettori muscarinici (M1, M2, M3, M4, M5) mentre la scopolamina ha un’affinità per M2 più bassa rispetto agli altri. Questo recettore è localizzato nel cuore e spiega perchè l’atropina ha effetti cardiovascolari più marcati. E’ invece particolarmente attiva sull’M1 che media i sintomi neurologici dell’intossicazione tra cui disturbi cognitivi, stordimento, sedazione e delirio. Entrambi gli alcaloidi sono circa 10 volte più affini ai siti di legame postsinaptici rispetto ai presinaptici [56].
A bassi dosaggi l’atropina non ha effetti centrali apprezzabili come la scopolamina, ma può stimolare i centri superiori e la medulla influenzando i parametri cardiorespiratori ed in misura minore il tono vagale. A dosi psicoattive (non più utilizzati in medicina), ha un effetto depressivo sul CNS che però può essere interroto da sintomi paradossali di stimolazione. Da esperimenti sui volontari sani emerge che sia psicoattiva alla dose di 2mg (per un soggetto di circa 70kg) per via intramuscolare: gli effetti riportati sono stati più che altro sedativi, in alcuni individui anche una certa euforia ma comunque di grado inferiore rispetto alle comuni sostanze d’abuso [57]. La curva dei dosaggi è la seguente anche se bisogna tenere in conto che la sensibilità varia molto da soggetto a soggetto: 0.5 mg – secchezza alle mucose, leggera bradicardia; 1mg – secchezza intensa, sete, transizione da bradicardia a tachicardia, leggera midriasi; 2mg – secchezza estrema, tachicardia, palpitazioni, midriasi, ipersensibilità alla luce, vista leggermente offuscata; 5mg – sintomi generali più severi, disturbi del linguaggio, mal di testa, ipertermia, irrequietezza, perdita del tono e della coordinazione muscolare, debolezza, depressione cardio-respiratoria, difficoltà nela deglutizione e nella minzione; 10mg – aritmia cardiaca, apnea respiratoria, allucinazioni, delirio, convulsioni, coma [58].
La scopolamina induce effetti sedativi già ai bassi dosaggi, con quelli molto alti sono comuni reazioni paradossali come irrequietezza e nervosismo. I dosaggi della scopolamina sono meno noti, 50 mg possono essere fatali ma c’è anche chi è sopravvissuto a 100 mg per via orale. I primi effetti psicotropi si avvertono sopra i 0.45mg, mentre dai 2 ai 4mg sono comuni allucinazioni,confusione ed irrequietezza [59]. Diversamente dall’atropina, induce un aumento dose dipendente nelle potenza delle onde lente teta ed una diminuzione delle onde veloci beta che determinano i suoi specifici effetti amnesici e sulle capacità cognitive [55].
Per molto tempo si è creduto erroneamente che parte della tossicità venisse perduta con la somministrazione esterna mediante unguenti data la maggiore liposolubilità della scopolamina, tuttavia anche questa ROA è molto pericolosa per l’imprevedibilità degli effetti e la difficoltà nel calcolo della dose.
Fumare lo stramonio essiccato o una qualunque Solanacea tropanica non è per niente efficiente e difficilmente induce effetti centrali evidenti (men che meno delirogeni) ma il potenziale allucinogeno di farmaci e composti puri è stata confermato in diverse occasioni [60].
I casi di overdose con l’assunzione orale sono molti per via dell’alta varianza che intercorre fra i profili degli alcaloidi specifici di ciascuna pianta, oltre che per la tolleranza personale e il rischio di tossicità cumulativa con l’uso cronico.
SEROTONINERGICO
Scopolamina ed atropina, oltre all’azione muscarinica, agiscono come antagonisti competitivi e reversibili del recettore 5-HT3 della serotonina [61].
In una ricerca del 2022 la soministrazione a lungo termine ha incrementato notevolmente l’attività locomotoria riducendo contemporaneamente i livelli di serotonina dei ratti [62].
STIMOLANTE, SEDATIVO
Si dice superficialmente che l’atropina è stimolante e la scopolamina sedante, ma sono stati compresenti nella sindrome anticolinergica in generale. Ciò è dovuto alla specifica funzione
inibitoria o stimolatoria dei diversi recettori muscarinici coinvolti in tutto il corpo.
L’atropina potenzia i sedativi con le basse dosi, con quelle alte i convulsivanti. Nel caso di intossicazione grave entrambi gli alcaloidi possono indurre stimolazione del CNS alternata ai classici effetti depressivi [63]. L’iniezione intraventricolare di 1mg ha spinto i cani ad abbaiare continuamente i primi 5 min, quindi sono diventati depressi ed insensibili al rumore per circa 1 ora. Infine sono ritornati ad abbaiare e correre come se volessero scappare da qualcosa (si ipotizza dalle allucinazioni) per ritornare baseline in 4 ore [64].
La scopolamina causa prevalentemente sedazione se non a dosaggi molto alti [65] o anche quando viene assunta cronicamente. In una ricerca del 2022 la soministrazione a lungo termine ha incrementato notevolmente l’attività locomotoria dei ratti [66].
SONNIFERO, ONEIROGENO
Il sistema muscarinico controlla il timing ma non la durata del sonno REM [67].
L’atropina ad alte dosi evoca il pattern elettrofisiologico del primo stadio del sonno facilitando l’addormentamento. Durante il riposo riduce la l’eccitabilità del sistema reticolare attivatore ascendente [68]. In un esperimento su modelli animali ha ridotto il sonno REM contrastando l’attivazione dei neuroni colinergici indotta dallo stress [69].
La scopolamina ha inibito il sonno REM e prolungatone la latenza in pazienti depressi e controlli sani, tuttavia è risultato comune il fenomeno di rebound (caratterizzato da sogni vividi similmente alla cannabis) una volta terminata l’assunzione [70]. In un altra ricerca sulla depressione adolescenziale invece ha incrementato i parametri di riferimento del sonno REM fasico riducendo il sonno ad onde lente [71]. Gli effetti paradossali dipendono dal momento dell’assunzione, in caso di somministrazione notturna prolunga la latenza del sonno REM, nel caso di quella diurna la riduce interferendo negativamente con la qualità complessiva del sonno [72]. Con l’uso continuato può indurre supersensibilità muscarinica una condizione che ricalca i disturbi del sonno della depressione primaria [73].
ANALGESICO, ANTINFIAMMATORIO, MIORILASSANTE
Il famoso medico scozzese James Warburton Begbie riporta tra i suoi casi quello di una donna con lancinanti dolori e bruciori che aveva trovato più sollievo nel trattamento con l’estratto di Datura stramonium rispetto al precedente con grandi dosaggi d’oppio e applicazione locale di ghiaccio. Dopo due settimane la terapia (1 dose ogni 3 ore) fu sospesa, non ci furono ricadute e la paziente recuperò pienamente le forze.
Un secondo caso, un ragazzo di 14 anni, che lamentava grave rigidità e dolori muscolari con evidente atteggiamento opistotono ed aveva tentato molti dei rimedi dell’epoca ottenendo soltanto un minimo sollievo temporaneo. L’estratto di stramonio somministrato 3 volte al giorno ridusse dolore, spasmi; dopo 3 settimane di terapia combinata con bagni caldi il paziente ritornò a camminare e dopo 8 si rimise completamente.
Un terzo caso riporta che una donna di 50 anni affetta da dolore diffuso che si irraggiava da sotto il ginocchio, dopo aver trovato sollievo temporaneo con alcuni rimedi minerali topici, riuscì a controllare definitivamente i sintomi con l’ausilio della pianta.
Altri casi documentano il successo della terapia nei confronti del dolore sciatico cronico grave, lombalgia e nevralgia del trigemino [74].
Degli estratti hanno mostrato una significativa azione analgesica nei modelli animali di dolore acuto e cronico, i ricercatori ipotizzano che i composti antimuscarinici di cui la pianta è ricca interagiscano con il sistema oppioide [75]. Agiscono per via centrale e periferica dimostrandosi altamente biodisponibili oralmente, modulano i livelli dei mediatori dell’infiammazione tra cui prostaglandine, chinine, interleuchine, sostanza P e potassio. In alcuni test hanno indotto effetti molto simili a quelli della morfina (10-15mg/k i.p.).
Diversamente da quanto si possa credere la dose effettiva (200-800mg/kg orale) è ben lontana da quella letale (2300mg/kg), i ricercatori hanno proposto l’estratto di datura come potenziale analgesico naturale, efficace e sicuro [76].
Gli effetti antinocicettivi sono più marcati nei ratti femmina rispetto ai maschi e dipendono dalle fasi del ciclo astrale [77].
ANTIADDITIVO, ANTIDEPRESSIVO
Un estratto di semi di stramonio si è dimostrato più potente del metadone nel controllare la sindrome d’astinenza da oppiacei [78].
Una combinazione della Medicina Tradizionale Iraniana a base di semi di Datura stramonium (19.5%), radice di Rheum palmatum (34.8%), rizoma di Zingiber officinale (27.8%) e gomma di Acacia arabica (17.4%) nota come Hab-o Shefa ha ridotto tutti i sintomi d’astinenza da morfina nei ratti senza manifestare nessun effetto collaterale [79].I risultati sono stati riprodotti su pazienti umani in uno studio radomizzato a doppio cieco, la formula ha anche ridotto i sintomi depressivi senza però influenzare i craving [80].
L’atropina è stata testata nel controllo della compulsione da oppiacei: alti dosaggi (150-260 mg) per via intramuscolare facevano perdere coscienza al paziente, che veniva poi risvegliato con la fisiostigmina e rimesso in coma fino a 8 volte. Gli stessi pazienti poi chiedevano un richiamo ogni mese lodando l’efficacia del trattamento [81]. In altri casi ha trattato efficacemente insonnia e disturbi gastrointestinali dovuti al withdrawal dal trattamento antidepressivo [82].
ANSIOLITICO
L’estratto alcolico di foglie di stramonio (100 e 200mg/kg) ha indotto nei topi effetti ansiolitici comparabili al diazepam (1mg/kg) [83].
Una combinazione a base di fogliame di Datura stramonium e corteccia di Terminalia arjuna ha manifestato una potente attività ansiolitica simile al diazepam in diversi modelli sperimentali, oltre a forti proprietà analgesiche ed antinfiammatorie. I ricercatori ipotizzano possa agire inibendo la sintesi o rilascio di istamina, serotonina e prostaglandine; in alternativa potrebbe bloccare l’azione delle cicloossigenasi [84].
ANTISPASTICO
Nel 1927 la scopolamina veniva impiegata nel trattamento degli spasmi dei muscoli facciale ed altri disturbi ipertensivi, tuttavia la sostanza poneva il paziente in uno stato letargico continuo.
Un resoconto autobiografico di un paziente affetto da Parkinsonismo post-encefalitico riporta del successo ottenuto con piccoli dosaggi di stramonio, per inibire il sistema parasimpatico, e benzedrina, per stimolare il simpatico. Grazie alla combinazione riuscì a controllare i sintomi senza effetti soporiferi collaterali [85].Anche Juster impiegò la pianta nei casi di Parkinson per trattare sintomi neurologici, tremori, bradicinesia, salivazione eccessiva e rigidità raccomandandola come il miglior rimedio utile anche a migliorare l’umore del paziente [86].
A quanto pare ha effetti positivi anche sull’apatia mentale tipica della condizione e se somministrata giornalmente può mantenere il paziente relativamente felice ed autonomo nelle sue attività quotidiane. In genere si somministrava mezza dramma di tintura di stramonio 3 volte al giorno.
Il preparato era più efficace della sola scopolamina e gli effetti collaterali tra cui secchezza delle mucose, vomito e paralisi accomodativa potevano essere prevenuti dalla contemporanea somministrazione di pilocarpina.
Nel modello di epilessia indotto dal pentetrazolo (PTZ) l’estratto acquoso di Datura stramonium ha mostrato un buon effetto anticolvulsivante, supportandone l’applicazione tradizionale [87].
ANTIASMATICO
L’atropina e la scopolamina di cui è ricco stramonio bloccano i recettori muscarinici, in particolar modo gli M2, nelle cellule dei muscoli lisci respiratori e delle ghiandole sottomucose causando la dilatazione delle vie aeree e contrastando gli attacchi dell’asma.
Le sigarette antiasmatiche fatte col fogliame della pianta sono risultate efficaci nei casi di pazienti asmatici con ostruzione aerea lieve [88].
ANTITUMORALE
Un estratto di stramonio ha manifestato effetti antitumorali nei confronti del carcinoma epidermico umano della nasofaringe alla dose terapeutica di 0.05 – 0.01 g [89].
I recettori muscarinici sono espressi su diversi tipi di tumori tra cui polmoni e colon, gli antagonisti come atropina e scopolamina ne inibiscono la proliferazione evidenziando il ruolo dell’acetilcolina come fattore di crescita [90].
Da alcune simulazioni in silicio del 2022 sembrerebbe che l’atropina riduca effiacemente il processo di transizione epiteliale-mesenchimale e la formazione delle colonie nelle cellule del cancro al seno [91].
ANTIVIRALE
Un estratto di foglie ha inibito il virus del mosaico del tabacco (TMV) nella lesione locale di un fagiolo pinto [92].
Una frazione contenente proteine antivirali endogene (EAV) è stata isolata da un estratto di foglie di Datura stramonium, dai test è emerso che inibisca selettivamente l’attacco iniziale del virus senza influenzare l’infezione sistemica. I ricercatori ipotizzano che i componeneti della EAV, una volta a contatto del virus, si leghino ai siti recettoriali nella cellula come un inibitore competitivo. La resistenza virale può permanere fino a 5 giorni, potrebbe innescare delle modificazioni nella fisiologia dell’ospite [93].
ANTIBATTERICO
Un estratto metanolico a base di parte aerea di stramonio è risultato attivo contro Bacillus subtilis, Staphylococcus aureus ed Enterococcus faecalis [94].
Un estratto acquoso ha inibito la crescita di Staphylococcus aureus; quello etanolico ha inibito anche Salmonella typhi e Klebsiella pneumonia [95].
Un estratto preparato con l’acetone è risultato estremamente potente nell’uccidere diversi ceppi di Vibreo cholera e Vibreo parahaemolyticus con valori MIC compresi tra 2.5 e 15 mg/ml [96].
PESTICIDA
L’odore caratteristico della pianta repelle diversi tipi di insetti infestanti.
Un estratto alcolico a base di foglie di stramonio ha mostrato potenti effetti larvicidi e repellenti nei confronti di Aedes aegypti (LD50: 86.25 mg/L), Anopheles stephensi (LD50: 16.07 mg/L) e Culex quinquefasciatus (LD50: 6.25 mg/L) [97].
Un altro estratto di foglie è risultato molto potente nella sua azione contro il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) [98].
ANTIDIABETICO, ANTIOSSIDANTE
Un estratto idrometanolico di semi di stramonio ha abbassato la glicemia selettivamente nelle sole cavie diabetiche senza influenzare quella delle normoglicemiche. Inoltre ha mostrato un arrività antiossidante concentrazione dipendente simile alla vitamina C [99].
Alcaloidi: atropina, scopolamina, iosciamina, igrina, tropinone, tropina, pseudotropina, igrolina, scopina, scopolina, ecgonina, cuscoigrina, aposcopolamina, aponorscopolamina, noriosciamina, metiliosciamina, ioscina, metilscopolamina, alcaloide 325, putrescina, nicotina, amfetamina, metossiamfetamina, etossiamfetamina, metilamfetamina, norpseudoefedrina, fenilefrina, spermina, fenilfluorodaturatina, scopolamina, noratropina, apoatropina, meteloidina, norscopolamina, tropina, pseudoatropina ed altri derivati;
steroli: ergostadienolo, β-sitosterolo, brassicasterolo, stigmasterolo, fucosterolo, ergostenolo, campsterolo, colestano;
triterpenoidi: friedelina, canophyllale, daturaolone, daturadiolo;
lattoni: withanolidi, stramenlattone, tuberolattone;
carotenoidi: luteina;
amminoacidi: acido aspartico, treonina, serina, glutamina, prolina, glicina, alanina, valina, cisteina, metionina, isoleucina, leucina, tirosina, fenilalanina, istidina, lisina, arginina, triptofano;
glicosidi;
tannini;
saponine;
lignina.
Le concentrazioni medie di alcaloidi tropanici nella foglia vanno da 0,2 a 0,5% ma in quelle giovani può arrivare fino allo 0,9%; i fiori più stabili vanno da 0,4% a 0,6%; i semi maturi hanno un contenuto che va dall’0,2 allo 0,6% di cui l’80% è iosciamina, il 19% scopolamina e l’1% atropina [100].
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