Il Sud America fogliame viene applicato localmente per trattare reumatismi, sifilide, febbre gialla, morsi di serpente e malattie della pelle.
Sanango (Brunfelsia grandiflora)
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Una solanacea poco conosciuta, viene usata dagli sciamani in Sud America come ingrediente aggiuntivo per la cerimonia ayahuasca o da sola come “dieta” preparatoria.
La farmacologia della pianta è in gran parte sconosciuta: si ipotizza che gli effetti centrali siano dovuti a brunfelsamidina, cuscoigrina, scopolamina e scopoletina. Le concentrazioni principali di alcaloidi sono localizzate a livello della radice.
E’ UNA PIANTA TOSSICA NON ADATTA AL CONSUMO UMANO, LA RADICE E’ DESTINATA SOLTANTO AD ESPOSIZIONE ED APPLICAZIONI ESTERNE.
Descrizione
Secondo alcune fonti viene aggiunta all’ayahuasca in quantità ridotta per evocare allucinazioni uditive ritmiche e sensazioni elettriche in tutto il corpo.
Ordine: Solanales
Famiglia: Solanaceae
Genere: Brunfelsia
Specie: B. grandiflora
Nativo: Sud America
Plant Hardiness Zone: 9-12
Il sanango (Brufelsia Grandiflora) è un cespuglio arboreo tropicale che cresce fino a 3 metri.
Produce molte foglie, lunghe fino a 30cm e di forma ovale allungata, oltre agli splendidi fiori per cui è famoso.
Questi sono sottili, con un colore che va dal blu scuro al bianco; sono composti da 5 lunghi petali che si uniscono al centro a spirale.
Queste piante vengono coltivate da talea in quanto raramente fruttificano e mai domesticamente.
Coltivazione
-E’una pianta tropicale robusta, semplice da coltivare:
-Mettere i semi in un tovagliolo umido e mantenerli in frigo per 24 ore.
-Piantarli in un terreno acido ricco e molto drenante.
-Mantenerlo umido fino allo sviluppo delle prime foglioline.
-Teme il freddo e la siccità, necessita di fertilizzante a cadenza bisettimanale.
La radice di sanango ha una lunga storia nella medicina e nella tradizione magica delle tribù Brasiliane.
Il nome locale Manacá le è stato dato originariamente dalla tribù dei Tupi, in onore alla ragazza più bella del villaggio: Manacán.
Nell’Amazzonia si usa macerare questa pianta con aguardiente (il rum locale) come rimedio per reumatismi e malattie veneree; gli estratti ad acqua vengono invece usati per febbre, dolore alla schiena, bronchite, malattie polmonari, morsi di serpente, sifilide, febbre gialla, crampi uterini, come diuretici e detossificanti.
Gli sciamani della tribù dei Kofan preparano un te con la radice di questa pianta per guarire i malori che si annidano nel corpo dei pazienti.
In Perù si usa fare un mese di “dieta sanango” per purificare corpo e spirito (spesso prima di un rituale ayahuasca).
Un decotto di foglie di sanango viene preparato come lozione esterna analgesica, per colpi di freddo e dolori artritici; la stessa preparazione viene anche usata come enema per problemi ai reni e ulcere.
Viene anche adoperato nella preparazione dell’ayahuasca per ottenere la benedizione delle forme di vita animali e vegetali della foresta; si dice che catalizzi la comunicazione con gli spiriti per via dei suoi effetti allucinatori uditivi.
Una patente Americana registrata nel 2002 conferma la capacità della scopoletina (il più conosciuto dei composti attivi presenti in questa pianta) di inibire la produzione di ossido nitrico nelle più comuni malattie infiammatorie caratterizzate da stress ossidativo: asma, malattia cardiaca, disfunzione erettile etc.
Il sanango contiene principalmente: esculetina, alfa-ionone, alfa-terpineolo, benzilbenzoato, benzilsalicilato, beta-bisabolene, beta-ciclocitrabrunfelsene, bea-damascenone, beta-eudesmolo, beta-safranale, brufelsene, brufelsamidina, elemolo, e-ethilfuranio, farnesolo, farnsile, geraniolo, geranile, openina, iononi, isobutilsaliciato, lavandulale, limonene, linaolo, acido linoleico, acido linolenico, manaceina, manacina, mandragorina, metilfuransio, metilanisole, mircene, acido miristico, n-decano, n-eneicosano, n-eptadecano, n-eptano, n-exadecano, nerolidolo, n-nonadecano, nonano, n-octano, n-pentocosano, n-pentodecano, neofitadiene, n-tricosano, ocimene, acido pentadecanoico, acido palmitico, pinoresinoli, esteri dell’acido salicilico, scopoletina, scopolina e terpinolene.
La scopoletina è il principale e più conosciuto componente psicoattivo oltre agli alcaloidi manacina e manaceina. .
Moon, P. D., et al. “Use of scopoletin to inhibit the production of inflammatory cytokines through inhibition of the IkappaB/NF-kappaB signal cascade in the human mast cell line HMC-1.” Eur. J. Pharmacol. 2007 Jan; 555(2-3): 218-25
Effetti analgesici e sedativi:
Rollinger, J. M., et al. “Acetylcholinesterase inhibitory activity of scopolin and scopoletin discovered by virtual screening of natural products.” J. Med. Chem. 2004 Dec 2; 47(25): 6248-54.
Effetti antitumorali:
Liu, X. L., et al. “Effect of scopoletin on PC(3) cell proliferation and apoptosis.” Acta. Pharmacol. Sin. 2001; 22(10): 929–33.
Effetti antiossidanti:
Kim, E. K., et al. “Scopoletin induces apoptosis in human promyeloleukemic cells, accompanied by activations of nuclear factor kappaB and caspase-3.” Life Sci. 2005; 77(7): 824-36.
Effetti anticonvulsivanti e spasmolitici:
Oliveira, E. J., et al. “Intracellular calcium mobilization as a target for the spasmolytic action of scopoletin.” Planta Med. 2001; 67: 605–8.
Effetti epatoprotettivi:
Kang, S. Y., et al. “Hepatoprotective activity of scopoletin, a constituent of Solanum lyratum.” Arch. Pharm. Res. 1998; 21(6): 718–22.
Effetti antimicrobici:
Kloucek, P., et al. “Antibacterial screening of some Peruvian medicinal plants used in Calleria District.” J. Ethnopharmacol. 2005 Jun; 99(2): 309-12.
Effetti insetticidi:
Heal, R. E., et al. “A survey of plants for insecticidal activity.” Lloydia 1950; 13 1: 89–162.
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