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Dal fortissimo ed inconfondibile aroma, è una delle piante mediterranee più diffuse. La foglia è caratterizzata da alta concentrazione di tujone, più dell’assenzio (Artemisia sp.), un composto tossico in grado di superare la barriera ematoencefalica.

Vanta una lunga tradizione in medicina popolare, il fumo derivante dalla combustione del fogliame secco ha dimostrato effetti pesticidi nei confronti di ragni, acari, coleotteri ed altri parassiti. In cosmesi viene impiegata come ingrediente in grado di ridurre la produzione di sebo, idratare la pelle, controllare acne e pelle grassa.

NON E’ UN FITOFARMACO O UN SUPPLEMENTO ALIMENTARE, MA UN ARTICOLO NON ADATTO AL CONSUMO UMANO DESTINATO SOLTANTO A FUMIGAZIONI IN AMBIENTI APERTI ED APPLICAZIONI ESTERNE.

4.90
condizione Fresca Secca
parte Foglia Infiorescenza
forma Intera Tritata In polvere Essenza alcolica
quantita 50g 250g 500g 50g di materia prima 100g di materia prima 250g di materia prima
Azzera selezione
Confronta

Descrizione

Le proprietà antidepressive, ansiolitiche, nootropiche, neuroprotettive, antiossidanti, antitumorali, antibatteriche, analgesiche ed antinfiammatorie della salvia e dei suoi fitocostituenti sono supportate dalla ricerca scientifica.

Veniva indicata in medicina popolare per il trattamento di Viene usata fino ad oggi in fitoterapia alternativa per cancro ai polmoni, gola irritata, dolore post-intervento, scottature, tonsillite, inappetenza, dolore gastrico, bocca secca, dolore mestruale, asma, diarrea, gas intestinale, indigestione e sudorazione eccessiva.

In cosmesi viene impiegata come ingrediente in grado di ridurre la produzione di sebo, idratare la pelle, controllare acne e pelle grassa .

Il fumo derivante dalla combustione del fogliame secco ha dimostrato effetti pesticidi nei confronti di ragni, acari, coleotteri ed altri parassiti.

A molti può sembrare strano ma la Salvia officinalis è un intossicante potenzialmente più pericoloso della  S. divinorum che neanche è attiva per via orale. I sintomi dell’intossicazione sono principalmente depressivi, già sopra i 15g di fogliame possono essere molto severi.

Contiene tujone, canfora ed aucaliptolo, tutti composti con una certa tossicità in grado di superare la barriera emetoencefalica.

Descrizione
Ordine: Lamiales
Famiglia: Lamiaceae
Genere: Salvia
Specie: S. officinalis
Nativo: Mediterraneo
Plant Hardiness Zone: 4-9
La salvia (Salvia Officinalis) è un cespuglio sempreverde della famiglia della menta che cresce fino a 60cm d’altezza e di larghezza.
Ha molti steli legnosi lunghi e coperti da foglie grigiastre di forma oblunga rugose e coperte da peluria.
Produce dei fiori color lavanda in estate dall’aroma molto intenso che attrae gli insetti.

Coltivazione
La salvia è una pianta robusta, molto semplice da coltivare:
-Pressare lievemente i semi a piena esposizione solare in un comune terreno ben drenante in primavera
-Mantenere umido il terreno fino alla germinazione
-Non necessità di cure particolari, ama il sole e resiste alla siccità.

ANTICHITA’
La salvia è stata usata fin dall’antichità per allontanare il diavolo, curare i morsi di serpente, la calvizie, la febbre ed aumentare la fertilità femminile.

Gli antichi Greci la coltivavano e la utilizzavano nei rituali religiosi, oltre che in cucina come spezia e conservante per le carni.
Ippocrate prescriveva una poltiglia a base di salvia per curare ferite infette, piaghe ed ulcere [1].
Dioscoride affermò che avesse proprietà curative su gola stretta, laringite, tosse, ferite, ulcere e irritazioni; anche Teofrasto ne fa menzione.

Gli egiziani la impiegavano per migliorare la fertilità.

Plinio il Vecchio scrisse che la salvia veniva usato dai Romani come diuretico, anestetico locale e stiptico.
Ne facevano anche un te stimolante in grado di potenziare memoria e facoltà cognitive.

ASIA
In Cina il tè alla salvia viene consumato da sempre come supporto immunitario durante i periodi freddi; con le foglie trattano disturbi respiratori, spasmi, infiammazioni ed ipertensione [2].

AMERICA
In Sud e Centro America la tisana a base di salvia viene prescritta contro convulsioni, disturbi nervosi ed ipertensione.
In Brasile le foglie fresche si masticano per rinfrescare l’alito, pulire i denti ed alleviare mal di denti ed infiammazioni gengivali.
Il decotto si beve per trattare leucorrea, infezioni urinarie, crampi mestruali ed ulcere della bocca; la tintura idroalcolica viene indicata contro stress, infiammazioni e sanguinamento eccessivo [3].

INDIA
Nella medicina Siddha Indiana la salvia, nota come karpooravalli, viene impiegata nella cura di asma, bronchite, emicrania e rinite; i vapori derivanti dalla bollitura delle foglie vengono aspirati per espettorare [4].

MEDIO ORIENTE
Nella medicina popolare in Iran il fogliame di salvia viene lodato come digestivo, analgesico, tonico, antispastico e blando sonnifero.
Il decotto si beve per alleviare dismenorrea, disturbi orofaringei e gastrointestinali.
Estratti fatti con la pianta intera vengono applicati come antisettici sulle ferite [5].

Nella città di Erzincan in Turchia Occidentale la parte aerea fiorita viene decotta per 5m senza farla bollire e consumata per trattare bronchite, mal di gola, raffreddore, disturbi renali, metabolici ed antinfiammatori [6].

In Giordania ha una lunga tradizione nella medicina popolare come antisettico, antiscabbia, antiluetico ed antinfiammatorio.
L’idrolato viene usato come farmaco veterinario per la mastite [7].

Il decotto e l’infuso di foglie di salvia vengono impiegati per il trattamento del diabete nella Provincia di Chtouka-Aït Baha e Tiznit in Marocco [8].

EUROPA
Nell’Europa medievale la salvia veniva lodata come rimedio per indigestione, reflusso acido, convulsioni, vertigini, diarrea, sclerosi, Alzheimer, colera, epilessia, disturbi respiratori, cognitivi, metabolici e psichiatrici.
Localmente si applicava contro artrite, reumatismi, scottature e per lenire il dolore.
L’infuso veniva consumato per combattere dispepsia, sudorazione eccessiva, tosse, raffreddore, disturbi della pelle, desolazione (disturbo mistico tra follia e possessione), infiammazioni orali e della gola.
Il decotto veniva lodato come vermicida ed impiegato per faringite, supporto digestivo e metabolico.
La pasta fatta con il fogliame tritato si usava localmente per trattare allergie, verruche, infiammazioni, morsi d’insetto e di serpente.
L’olio essenziale era utilizzato esternamente come stiptico, antisettico, antinfiammatorio, antimicotico, antispasmodico ed antidolorifero [9].
Carlomagno ne incoraggiò la coltivazione: a quei tempi veniva chiamata Salvia salvatrix, “salvia del salvatore”, e si credeva avesse proprietà curative nei confronti della peste.

L’erborista inglese Jonh Gerard scrisse che questa pianta avesse proprietà benefiche per mente e corpo: affinare i sensi, migliorare la memoria, rinforzare le cartilagini, ristorare la salute ed alleviare i tremori.

Nella medicina tradizionale Austriaca il te a base di foglie fresche viene estensivamente impiegato nel trattamento di disturbi gastrointestinali, della pelle e delle mucose [10].

Nel comume di Zagori in Grecia la salvia si usa contro diarrea, dissanteria, indigestione, disturbi epatici, febbre, malaria, reumatismi, artrite, diabete, ulcere, infezioni urinarie e della faringe [11].

Nella regione di Valencia in Spagna consumano il decotto di foglie di salvia per stimolare l’appetito, l’arrivo delle mestruazioni ed abbassare la pressione arteriosa. L’infuso viene lodato per le proprietà disintossicanti ed antisettiche [12].
La popolazione di Sagarra, una della comarche della Catalogna, beve il decotto e l’infuso per abbassare la pressione arteriosa [13].

Nella regione di Samogitia in Lituania il te di foglie di salvia si consuma per alleviare il mal di gola; estratti alcolici ed aquosi di foglie e fiori vengono impiegati contro la tosse [14].
La popolazione della città di Negotin nella Serbia Occidentale beve l’infuso di foglie di salvia come antisettico ed antinfiammatorio in caso di problemi a gola, gengive o denti [15].

Nel centro Italia si usava mettere del fogliame di salvia sotto al letto per scacciare insetti ed altri parassiti [16].
Nel comune di Acquapendente nel Lazio le nonne bollivano el vino le foglie di salvia insieme alla bacche di cipresso e ginepro; la somministravano come pozione rinforzante ai bambini più piccoli di un anno che ancora non camminavano.
Il decotto di salvia, mela, semi di anice, boccioli di lime, camomilla, datteri e miele veniva consumato per combattere la tosse [17].
Nei comuni di Escolca e Lotzorai in Sardegna il decotto di foglie di salvia si indicava contro bruciori e disturbi del cavo orale [18].
Nell’area delle Madonie in Sicilia il decotto e l’infuso di foglie di salvia si consumava per abbassare la febbre [19].

PSICOATTIVO, ALLUCINOGENO
Estratti a base di salvia, Artemisia ed altre piante tujoniche erano diffusi in Europa come allucinogeni, ma vennero abbandonati per l’alta tossicità e gli effetti collaterali convulsivanti [20].
I composti dell’olio essenziale tra cui tujone, canfora, borneolo ed eucaliptolo hanno proprietà farmacologiche dualistiche: sono in grado di attivare meccanismo neuronali sia eccitatori che inibitori; come l’MDMA hanno un effetto ansiogeno ai bassi dosaggi ed ansiolitico con quelli alti [21].
Gli estratti di salvia attivano diversi recettori nel cervello: GABA-A, GABA-B, μ-oppioidi, muscarinici M3 e 5-HT1A con valori IC50 rispettivamente di 89 and 229 μg/ml, 15 μg/ml, 20 μg/ml, 25 μg/ml e 19 μg/ml.
L’alta affinità per il recettore della serotonina responsabile dei principali effetti degli allucinogeni classici (LSD, psilocibina, DMT e mescalina) spiega l’alto potenziale psichedelico di questa pianta [22].

ANTINFIAMMATORIO, ANALGESICO, OPPIOIDE, ANTIADDITIVO
Estratti acquosi e butanolici a base di salvia hanno indotto marcati effetti antinfiammatori ed analgesici per via centrale e periferica parzialmente mediati dal sistema oppioide.
I ricercatori ipotizzano che possa stimolare il rilascio di endocannabinoidi o contenere lei stessa sostanze simili ai cannabinoidi in grado di attivare anche il sistema oppiode [23].
In un altra ricerca un estratto idroalcolico di foglie ha ridotto infiammazione e dolore nei topi sottoposti a acido acetico e formalina attivando un meccanismo oppiode; inoltre carnosolo, acido ursolico ed oleanolico sembrano modulare l’attività dei recettori TRPA1 coinvolti nel processo nocicettivo [24].
Un estratto idroalcolico di salvia ha attenuato i sintomi d’astinenza da morfine nelle cavie e ridotto la tolleranza e la dipendenza che si sviluppano con l’assunzione cronica [25].

Un altro flavonoide isolato dalla pianta, la salvigenina, ha manifestato effetti protettivi comparabili all’indometacina contro infiammazione, dolore acuto e cronico [26].
Un estratto di salvia ha soppresso l’attivitò della sintasi microsomiale PGE2 (m-PGES-1) con valori IC50 tra 1.9 e 3.5 μg/ml; l’acido carnosico isolato ha bloccato anche la formazione di PGE2, principale prostaglandina coinvolta nei processi di infiammazione e tumorogenesi,in seguito alla stimolazione con lipopolisaccaride (LPS) [27].
Inibisce la produzione di TNF-α e IL-6, l’acido ursolico isolato dall’estratto cloroformico si è dimostrato un antinfiammatorio locale 2 volte più potente dell’indometacina [28].

L’aroma di salvia ha ridotto il dolore postecesareo in un trial clinico randomizzato [29].

SEDATIVO, SONNIFERO, ANSIOLITICO, ANTIDEPRESSIVO, ANTICONVULSIVANTE, ORMONOREGOLATORE
Un estratto metanolico di salvia ha ridotto i tempi di immobilità nelle cavie sane e con lesioni ippocampali in maniera simile all’imipramina manifestando anche effetti ansiolitici significativi paragonabili al diazepam [30].
Un estratto idroalcolico di salvia ha manifestato nei topi effetti antidepressivi simili alla fluoxetina [31].
Un estratto alcolico di foglie di salvia ha inibito il legame del S-TBPS nelle membrane della corteccia cerebrale dei ratti in vitro, questo ligando è un noto agente convulsivante.
Quest’azione selettiva è dovuta ai due diterpeni carnosolo ed acido carnosico [32].
L’ispidulina, un flavone isolato dalla salvia, agisce come un modulatore allosterico positivo per il GABA-A.
In un modello animale da epilessia ha superato il diazepam in efficacia dopo 7 giorni di trattamento, il composto dimostra un ottima capacità di penetrazione della barriera ematoencefalica [33].
I flavonoidi salvigenina, cirsimaritina ed ispidulina sono dei modulatori positivi del recettore in caso di basse concentrazioni di GABA; quando i livelli sono alti agiscono come modulatori negativi dimostrando un’azione bifasica [34].
In un’altra ricerca i flavoni apigenina, ispidulina e cirsimaritina hanno inibito competitivamente il legame di 3H-flumazenil con il recettore delle benzodiazepine con valori IC50 di 30, 1.3 e 350 µm rispettivamente; i diterpeni 7-metossirosmanolo e galdosolo manifestano la stessa azione a 7.2 e 0.8 µm [35].
Un estratto metanolico di foglie di salvia e rosmarino ha ridotto i tempi di immobilità e l’ansia nelle cavie; i ricercatori hanno rilevato anche una diminuzione nell’attività neurale dose-dipendente [36].

In uno studio randomizzato a doppio cieco su donne in menopausa la somministrazione di pastiglie di Salvia (100mg / una volta al giorno per 3 mesi) ha ridotto vampate, palpitazioni, disturbi del sonno, depressione, ansia, nervosismo, libido, dolori muscolari ed articolari [37].
In un altra ricerca un preparato commercializzato col nome di Menosan per il supporto dai sintomi menopausali a base di 3400mg di estratto alcolico di salvia fresca ha ridotto caldane, disturbi del sonno, sintomi depressivi, debolezza ed esaurimento mentale [38].
In aromaterapia ha migliorato il sonno di un campione femminile in età postmenopausale [39].
Un estratto di salvia da 150mg ha ridotto le vampate nei pazienti oncologici sottoposti a deprivazione androgenica mantendo l’efficacia per tutta la durata del trattamento [40].

In un altra ricerca sui ratti ha incrementato la concetrazione ematica di estradiolo con conseguente aumento nei follicoli in crescita e diminuzione di quelli anomali. Inoltre ha incrementato i livelli di mRNA dei geni coinvolti nei processi di follicologenesi steroidogenesi tra cui INSL3, CYP17a, LHR, CCND2, IGF1, ESR1, ESR2, ACTB, GDF, e ATG5 [41].
La pianta contiene dei fitoestrogeni: una combinazione a base di estratti acquosi di Salvia officinalis e Medicago sativa ha stimolato i livelli di ormone luteinizzante (LH) ed estradiolo (E2) riducendo parallelamente quelli del follicolo stimolante (FSH).
Da analisi istologiche si nota un notevole incremento nel numero di follicoli ovarici e corpi lutei nella fase di ; oltre ad una maggiore altezza delle cellule epiteliali uterine e diametro delle ghiandole endometriali con l’assunzione prolungata [42].
L’applicazione tradizionale come stimolante delle produzione del latte è supportata dalle evidenze animali in cui ha promosso l’aveologenesi delle ghiandole mammarie [43].
Stimola anche l’attività della tiroide incrementando i livelli di triiodotironina (T3) e tiroxina (T4) [44].

ANABOLICO, ANDROGENICO
La somministrazione di salvia nei ratti maschi ha incrementato la produzione dello sperma e il peso corporeo influenzando i livelli di testosterone, ICSH e SSH. L’azione è probabilmente dovuta alle saponine steroidali di cui è ricca la pianta [45].
L’assunzione di salvia combinata con l’esercizio aerobico può incrementare la produzione di testosterone e ridurre il cortisolo [46].

NOOTROPICO
In uno studio a doppio cieco su 30 volontari sani il fogliame secco di salvia polverizzato alla dose di 300mg ha ridotto l’ansia prima del test e migliorato i punteggi relativi a vigilanza nella sessione di un’ora del test stressante DISS e calma in quella di 4 ore.
Alla dose di 600mg ha potenziato la performance nel test in maniera significativa oltre ad incrementare vigilanza, soddisfazione e calma.
I ricercatori ipotizzano che alla base di questi effetti farmacologici ci sia l’azione inibitoria della pianta su acetil e butirrilcolinesterasi [47].
L’estratto alcolico di foglie ha manifestato nei topi effetti nootropici comparabili al piracetam [48].
L’effetto mnemogenico sembra connesso all’interazione dei fitocostituenti della salvia con i sistemi muscarinico e colinergico [49].
Agisce sui processi coinvolti nell’eleborazione efficiente degli stimoli e la consolidazione della memoria a lungo termine piuttosto che potenziare quella a breve termine; per questo della sua supplementazione potrebbero beneficiarne anche le popolazioni giovani e non solo quelle geriatriche [50].
L’inalazione dell’aroma dell’olio essenziale può riprodurre parte parte degli effetti indotti dall’assunzione orale: nei volontari sani ha migliorato la performance della memoria secondaria senza influenzare quella di lavoro [51].
In un test d’apprendimento condizionato effettuato su topi con lesioni ipotalamiche ha potenziato la funzione mnemonica riducendo il deficit funzionale dovuto alla lesione.
I ricercatori ipotizzano che l’azione farmacologica sia mediata dal sistema dell’acetilcolina e dall’affinità per recettori nicotinici e muscarinici [30].

ONEIROGENO
La salvia è un inibitore dell’acetilcolinesterasi e, come altri agenti simili, potrebbe indurre effetti oneirogeni [52].

DIMAGRANTE, IPOGLICEMICO, IPOLIPIDICO, EPATOPROTETTIVO
L’infuso di salvia ha ridotto peso corporeo, grasso addominale, trigliceridemia, colesterolemia, LDL, proteina C-reattiva dei ratti obesi, potrebbe avere potenziali applicazioni nel controllo del rischio cardiovascolare [53].
Un estratto metanolico ha migliorato sensibilità insulinica, lipogenesi e stato infiammatorio dei ratti obesi; in vitro ha ridotto l’accumulo delle gocce lipidiche senza influenzare la lipolisi [54].
Un estratto etanolico di salvia ha ridotto i livelli circolanti di glucosio, trigliceridi, colesterolo totale, urea, acido urico, creatinina, AST, ALT ed aumentato quelli di insulina in maniera simile al glibenclamide [55].
In un modello animale da sovraalimentazione ad alto contenuto di grassi l’aggiunta del 2% di salvia e 2% di portulaca nella dieta ha ridotto il peso corporeo. Inoltre ha abbassato i livelli sierici di colesterolo, trigliceridi, LDL, VLDL, glucosio, AST e ALT, incrementando quelli di HDL, leptina ed ormoni tiroidei T3 e T4 [56].
L’olio essenziale ha inibito α-amylasi e lipasi in vitro ed in vivo sui ratti diabetici alla dose di 2.5 μL.
Inoltre nelle cavie ha ridotto glicemia, ALT, AST, LDL, potenziando le riserve di glicogeno senza manifestare nessuna tossicità [57].
Il decotto ha inibito l’α-glucosidasi con valori EC50 di 71.2 ± 5.0 μg/mL [58].
In uno studio randomizzato a doppio cieco ha mostrato di poter trattare l’iperlipidemia efficacemente senza alcun effetto collaterale [59].
I risultati sono stati riprodotti in un campione di pazienti diabetici di tipo II [60].

In un modello animale da epatossicità acuta un estratto acquoso di salvia ha prevenuto completamente la necrosi del fegato mantendendolo in uno stato istologicamente normale, i ricercatori ipotizzano che l’azione sia mediata dalla modulazione del sistema antiossidante [61].

I diterpeni abietanici attivano il recettore gamma attivato dai proliferatori dei perossisomi (PPAR-γ), che regola l’attività dei geni relativi a spesa calorica, metabolismo dei carboidrati e del glucosio [62].
Il gallato di epigallocatechina isolato dalla pianta è in grado di stimolare la termogenesi alleviando l’inibizione dell’asse NA-cAMP [63].

IMMUNOMODULANTE
I polisaccaridi isolati dalla parte aerea della salvia hanno stimolato la proliferazione dei timociti dei ratti in vitro nell’ordine D>B>A [64].
In un altra ricerca un complesso di polissacaridi idrosolubili ha manifestato simili effetti mitogenici e comitogenici [65].

CARDIOPROTETTIVO
Gli acidi salvianolici hanno ridotto la dimensione dell’infarto migliorando la funzionalità del ventricolo sinistro.
L’azione sembra mediata dalla modulazione della metalloproteinasi della matrice-9 (MMP-9) [66].

NEFROPROTETTIVO
L’olio essenziale di salvia ha ridotto la tossicità acuta e subacuta del tetracloruro di carbonio (CCl4) nei topi a carico del sistema epatorenale riducendo i livelli di bilirubina, urea, creatinina ed incrementando quelli di proteine totali, albumina, globulina e protombina [67].
In un altra ricerca ha protetto i reni dalla nefrotossicità del vanadio ripristinando i marker patologici e prevenendo le lesioni istopatologiche [68].

GASTROPROTETTIVO, ANTIULCERA
Un decotto di foglie di salvia ha ridotto notevolmente le lesioni alla mucosa gastrica indotte dall’acido acetico nei ratti, attenenduando le alterazioni istopatologiche e i marker infiammatori [69].
Anche l’estratto idroalcolico ha mostrato eccellenti proprietà gastroprotettive nel modello animale di ulcera da etanolo, gli autori ipotizzano l’azione sia dovuta principalmente al carnosolo [70].
Alcuni derivati del carnosolo hanno superato il lansoprazolo nella prevenzione delle lesioni gastriche da acido acetico ed etanolo già alla dose di 10mg/kg [71].

ANTIDIARROICO, ANTISPASMODICO
Un estratto grezzo di salvia ha contrastato la diarrea indotta dall’olio di ricino nei topi rilassando la muscolatura e riducendo di conseguenza la motilità intestinale.
L’azione sembra mediata dall’attivazione dei canali voltaggio-dipendenti del potassio insieme ad un debole effetto antagonista su quelli del calcio [72].

DEPIGMENTANTE
L’isorosmanolo, un diterpene fenolico isolato dalla parte aerea delle salvia ha inibito la melanina dimostrandosi potente tanto quanto l’arbutina, noto agente depigmentante [73].

CHEMIOPREVENTIVO, ANTITUMORALE
Un estratto etanolico alla dose di 50 mg/kg ha prevenuto efficacemente la tossicità testicolare e cardiaca da agenti insetticidi organofosfati e carbammati (Clorpirifos, Methomyl) potenziando le difese antiossidanti [74].
Estratti acquosi ed idroalcolici di Salvia officinalis prodotta nel sud del Brasile hanno mostrato una buona attività apoptotica e citotossica selettiva per cellule anomale [75].
Un estratto metanolico ha inibito la proliferazione del linfoma e delle cellule leucemiche in maniera dose e tempo-dipendente senza mostrare nessuna citotossicità su quelle sane [76].
L’azione antitumorale sembra mediata dagli effetti antiangiogenici, antimigratori ed antiproliferativi della pianta [77].
L’olio essenziale di salvia e composti aromatici isolati hanno ridotto la viabilità delle cellule tumorali ormone-dipendenti MCF7, LNCaP e HeLa dopo 24h di incubazione [78].

ANTIFIBROTICO
L’infuso di salvia alla dose di 150 mg/kg ha normalizzato la perossidazione lipidica e i livelli di enzimi antiossidanti riducendo la fibrosi polmonare dei ratti indotta con la bleomicina [79].
L’acido rosmarinico isolato dalla pianta ha ridotto la viabilità delle cellule epiteliali dello pterigio ed alleviato la fibrosi riducendo la produzione di collagene di tipo I e sottoregolando la trasmissione TGF-β1/Smad.
I ricercatori ipotizzano che possa essere un ottimo ingrediente per il trattamento topico della patologia [80].

ANTIOSSIDANTE
La salvia è caratterizzata da un alto contenuto di composti fenolici ad alto potenziale antiossidante, ha inibito la corrosione dell’acciaio in alcuni modelli sperimentali [81].

ANTIVIRALE
Estratti frazionati di salvia coltivata manifestano effetti antivirali a livello intracellulare: somministrati nelle cellule WISH 5 ore prima dell’infezione da virus stomatite della vescicolare (VSV) hanno ridotto del 100% l’effetto citopatico alla concentrazone di 99.5 e 199.0 μg/ml; aggiunta in seguito all’attacco virale ha indotto un effetto protettivo del 35 e 60% rispettivamente per ciascun dosaggio [82].
Estratti acquosi ed etanolici di savia hanno indotto forti effetti virucidi nei confronti del virus Herpes simplex di tipo I (HSV-1) e II (HSV-2) con valori EC50 di 0.18 μg/ml e 0.04 μg/ml rispettivamente per i due ceppi. Il trattamento precoce ha inattivato il virus riducendo la formazione di placche fino al 99%.
I ricercatori ipotizzano che la pianta possa essere utilizzata per la preparazione di prodotti locali destinati al controllo di queste infezioni ricorrenti [83].
Due diterpenoidi seco-abietanici isolati dalla parte aerea della salvia, safficinolide e sageone, si sono dimostrati attivi nei confronti di VSV e HSV-1 [84].

Due derivati sintetici della salviacumarina hanno manifestato una potente attività inibitoria nei confronti dell’HIV-1 integrasi a concentrazioni micromolari [85].
L’olio essenziale di salvia ha inibito l’Influenzavirus A sottotipo H5N1 con valori IC50 di 0.41 ± 0.02 μg/ml, i composti volatili agiscono impedendo la penetrazione del virus ed inattivando le particelle virali libere.
Si è dimostrato attivo anche sul ceppo A/WS/3 [86].
Ha mostrato una debole attività contro il virus SARS-CoV (IC50 = 870 mg/ml) [87].

ANTIBATTERICO
L’olio essenziale di salvia ha mostrato una marcata attività batteriostatica e battericida nei confronti di Bacillus cereus, Bacillus megatherium, Bacillus subtilis, Aeromonas hydrophila, Aeromonas sobria e Klebsiella oxytoca [88].
In altri test si è dimostrato attivo su Staphylococcus aureus, Escherichia coli ed Enterobacter sp. [89].
Estratti di salvia a concentrazioni estremamente basse (1/4 MIC – 1/32 MIC) hanno ridotto fino a 10 volte i valori MIC degli antibiotici amoxicillina e cloramfenicolo su Staphylococcus aureus, Bacillus subtilis, Enterobacter cloacae, Klebsiella pneumoniae, Escherichia coli e Proteus mirabilis [90].

Ha potenziato l’efficacia dei conservanti sintetici sui batteri responsabili del deterioramento degli alimenti quali Agrobacterium tumefaciens, Bacillus subtilis e Proteus sp. [91].

In uno studio randomizzato a doppio cieco condotto su 70 ragazze di età compresa tra 11 e 14 anni un dentifricio alla salvia ha ridotto significatimente la conta colonica di Streptococcus mutans nella placca dentale rispetto al placebo [92].
In un altra ricerca le frazioni di estratti di salvia hanno contrastato diversi batteri resposabili della malattia paradontale [93].

ANTIMICOTICO
Estratti di olio essenziale di salvia hanno inibito diverse specie di Candida tra cui albicans, parapsilosis, krusei e glabrata con valori MIC pari a 15.6, 3.9, 31.3 e 1.9 µg/ml rispettivamente [94].

Estratti di salvia hanno mostrato un alta attività contro alcune specie di funghi fitopatogene (Alternaria spp.) anche a basse concentrazioni in maniera simile al sintetico (captano) [95].

PESTICIDA
L’olio essenziale di salvia danneggia il DNA, funzione mitocondriale ed acetilcolinestrasi delle larve di Aedes aegypti [96].
L’olio essenziale di salvia ha manifestato una significativa attività repellente e fumigante contro Tribolium castaneum e Ulomoides dermestoides concentrazione dipendente, i ricercatori ipotizzano possa avere potenziali applicazioni nel controllo dei parassiti [97].
In altri test ha mostrato un effetto repellente e pesticida più duraturo e potente di rosmarino e coriandolo sul coleottero Callosobruchus maculatus [98].

ERBICIDA
L’olio essenziale ha ridotto la germinazione dei semi di lattuga del 47,5% inibendo anche la crescita della radice [89].
In un altra ricerca ha ridotto la geminabilità di Amaranthus retroflexus, Chenopodium album, Echinochloa crus-galli, Triticum aestivum e Solanum lycopersicum [99].

Flavonoidi: apigenina, apigenin-7-O-glucoside, apigenin-acetilglucoside, apigenin-4′-metiletere, isoramnetina, luteolina, luteolin-7-glucoside, luteolin-glucuronide, 6-OH-luteolin-6-metiletere, omoplantaginina, ispidulina, carnosolo, metossicarnosolo, vicenina-2, quercetina, quercetin-3-O-galattoside, quercetin-3-O-ramnoside, kaempferolo, crisina, galangina, catechina, epicatechina, gallato di epigallocatechina, gallato di gallocatechina, rutina, scutellarein-6-metil etere, isoscutellarein-8-metil etere, diosmetina, pectolinarigenina;

acidi fenolici: tannico, oleico, rosmarinico, clorogenico, caffeico, ellagico, cumarico,  betullinico, salvianolico, salvianico, acido gallico, sinapico, vanillico, caftarico, idrossibenzoico, siringico, ferulico e tricoumaroil-spermidina;

terpenoidi: acido ursonico, acido ursolico, acido asiatico, acido bentamico, acido micromerico, acido carnosico,carnosolo, galdosolo, camosolo, ferruginolo, salviquinoni, canfene, pinene, farnesene, cimene, limonene, sabinene, mircene, cimene, cadinene, terpinene, terpinenolo, eucaliptolo, manololo, ledolo, viridifloro, terpinil acetato, epimanolo, sugiolo, borneolo, canfora, cariofillene, ossido di isocariofillene,  cariofillenolo, citronellil-propionato, elemene, umulene, ledene, tujone, lupeolo, rosmadiale, rosmanolo, octenolo, epirosmanolo, irorosmanolo, columbaridione, atuntzensina A, miltirone ed altri derivati apiananici;

cumarine: salviacumarina, esculetina;

fitosteroli: β-sitosterolo, β-campesterolo, avenasterolo, stigmasterolo;

alcaloidi: sitsirikina, vinblastina, vindolina, catarantina, vinleurosina;

polisaccaridi: pectina, arabinogalattani, glucuronoxilani;

carotenoidi;

tannini;

amminoacidi: treonina, valina, isoleucina, fenilalanina, arginina, serina, glicina, leucina, cisteina, tirosina, acido aspartico, acido glutamico;

vitamine: B9, B3, B6, B2, B1, A, C, E, K;

minerali: calcio, rame, ferro, magnesio, manganese, zinco.

Diversi fattori ambientali possono influenzare il vasto fitocomplesso, la siccità provoca un marcato aumento nel contenuto di monoterpeni e polifenoli [100].

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