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Uno dei papaveri non-oppiacei più popolari tra gli incensi e i vari herbal-blend rilassanti. Ha una lunga tradizione come pianta medicinale in Messico ed India.

L’olio dei semi si applica esternamente per trattare ferite e malattie della pelle, ma è anche molto tossico. La parte aerea ha un fitocomplesso diverso ed una tossicità di gran lunga inferiore.

NON E’ UN FITOFARMACO O UN SUPPLEMENTO ALIMENTARE, MA UN ARTICOLO NON ADATTO AL CONSUMO UMANO DESTINATO SOLTANTO A COLTIVAZIONE E FUMIGAZIONI IN AMBIENTI APERTI.

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parte Foglia Seme
forma Intero Tritato In polvere
quantita 25g 100g 250g 50g di materia prima 100g di materia prima
Azzera selezione
Confronta

Descrizione

Le proprietà sedative [5], ansiolitiche [6], miorilassanti [5], antispastiche [7], vasorilassanti [8], analgesiche [5], antinfiammatorie [9], immunomodulanti [11], antipsoriasiache [12], oppioidi [14], anticatalettiche [15], citorigeneranti [16], antiulcera [18], antitumorali [21], antimutageniche [22], ipoglicemiche [24], epatoprotettive [27], nefroprotettive [30], antiasmatiche [31], antivirali [33], antimalariche [35], antibatteriche [36], antimicotiche [40], insetticide [43], larvicide [45] e molluschicide [46] del papavero messicano e dei suoi fitocostituenti sono supportate dalla ricerca scientifica.

Il papavero messicano viene usato nella medicina popolare in Messico, India ed Africa come analgesico, diuretico, colagogo, antinfiammatorio, antibatterico, antimalarico, antitussivo, antiasmatico, rimedio per morsi di serpente, cancro, lebbra, disturbi epatici e renali.

L’olio dei semi si applica esternamente per trattare ferite e malattie della pelle. Bruciano semi e parte aerea come incenso da respirare per lenire il mal di denti.

Il consumo dei semi provoca idropisia epidemica caratterizzata da un accumulo anormale di fluido nei tessuti e nelle cavità corporee. In base ad alcune fonti i vapori derivanti dalla combustione avrebbero invece effetti depressivi sul CNS. Il fogliame ha livelli di alcaloidi ed una tossicità di gran lunga inferiore.

Descrizione
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Eudicotiledoni
Ordine: Ranunculales
Famiglia: Papaveraceae
Genere: Argemone
Specie: A. mexicana
Nativo: America Centrale, Sud America
Plant Hardiness Zone: 8-11
Il papavero messicano (Argemone Messicana) è una pianta annuale che cresce fino a 150cm da una radice lievemente intrecciata.
Il fusto è molto spinoso e ramificato, di forma oblunga; secerne un liquido giallo quando viene tagliato.
Produce dei fiori gialli molto appariscenti che misurano fino a 5cm di diametro, le foglie sono simili a quelle dei cardi ed alternate: mancano dei piccioli, sono di forma dentata ed appuntite ai margini.
Il frutto è una capsula spinosa di forma ovale che contiene numerosi piccoli semi rotondi di circa 1mm di diametro.

Coltivazione
E’ una pianta robusta, facile da coltivare:
-piantare i semi in primavera a circa 3mm di profondità in un terreno misto calcareo-sabbioso a piena esposizione solare a circa 30cm di distanza l’uno dall’altro.
-Mantenere il terreno umido fino alla germinazione (1-2 settimane).
-Teme il freddo e l’umidità eccessiva, resiste alla siccità.

Il papavero messicano era un importante pianta rituale per gli Aztechi: veniva considerato il nutrimento degli dei ed offerto a loro durante i sacrifici, col lattice giallo facevano delle effigi del dio Huitzilopochtli.
Nell’antico Codice Fiorentino del XVI secolo si descrive la cerimonia azteca della carne, in cui l’effigie veniva fatta a pezzi e le carni metaforiche distribuite ai fedeli per il banchetto.
Il dio atzeco Tlaloc veniva rappresentato con la faccia unta di una pasta a base di semi di papavero messicano.

Anche in India la pianta ha valore sacro: viene chiamata “pharamgi dhattura” e considerata un potente psichedelico quasi al pari della datura.

Nella medicina ayurvedica la impiegano come emetico, purgante, lassativo, espettorante, antiasmatico ed antidoto per il veleno di scorpioni e serpenti.
Ne fanno anche preparati locali emollienti e per il trattamento di verruche, geloni, infezioni cutanee, ittero e idropisia.
L’olio estratto dai semi viene usato contro le malattie della pelle [1].

Nella medicina Siddha sono utilizzati per trattare lebbra, ittero e idropisia [2].

In India e diversi stati Africani i semi sono usati contro la malaria [3].
Vengono anche fumati per combattere il mal di denti.

In Messico i semi vengono bolliti e consumati come lassativi e purganti; inoltre sono ritenuti utili per il trattamento di bile, mal di denti, colica infantile, disturbi renali, diabete, malaria, convulsioni, spasmi ed infezioni [4].
Si dice anche che siano stati usati per trattare la dipendenza da oppiacei.

Oppioide
Nel 1968 il chimico francese Charbonnier scrisse di aver rilevato la presenza di morfina nel fogliame, nelle capsule e nell’olio dei semi di Argemone mexicana. Successivamente nel 1877 un altro autore Andrés Ortega dichiarò di aver isolato lo stesso alcaloide da 4g di lattice condensato ottenuto incidendo le capsule immature della pianta. Tuttavia da analisi successive condotte con tecniche di separazione più affidabili si è visto che non era la morfina l’acaloide in questione, ma la protopina che è il principale costituente oppioide di questa specie [5].
Estratti e composti puri isolati dalla pianta hanno ridotto l’astinenza da morfina nell’ileo isolato dei porcellini d’india in maniera concentrazione dipendente, l’effetto sembra dovuto a protopina e allocriptopina [6].

Sedativo
Estratti a base di papavero messicano hanno manifestato un significativo effetto depressivo sul CNS riducendo la motilità spontanea in maniera simile al diazepam e potenziando il tempo di sonno indotto dal fenobarbitone [7].

Ansiolitico
Un estratto alcolico a base di foglie fresche ha prodotto nei ratti un effetto ansiolitico simile a 2mg/kg di diazepam senza però influenzare l’attività locomotoria.
L’azione inibitoria della picrotossina suggerisce che l’effetto sia mediato dal GABA-A [8].

Miorilassante ed antispastico
Estratti di Argemone mexicana hanno indotto nelle cavie un effetto miorilassante superiore a 2 mg/kg di diazepam già alla dose di 100mg/kg [7].

La somministrazione orale di estratti alcolici ha ridotto significativamente il grado di severità dello stato epilettico indotto dalla pilocarpina (30mg/kg) nei ratti, prevenendo il clono degli arti inferiori delle convulsioni di stadio 4 alla dose di 250, 500 e 1000mg/kg [9].

Vasorilassante
Un estratto metanolico di parte aerea di Argemone mexicana ha prodotto rilassamento successivo alla contrazione indotta dalla noreprinefina in maniera concentrazione dipendente.
Quando applicato al tessuto aortico rilassato, ha invece generato la contrazione.
L’estratto ha un duplice effetto specifico per la muscolatura liscia vascolare mediato almeno in parte dai recettori adrenergici [10].

Analgesico ed antinfiammatorio
Estratti di papavero messicano hanno manifestato un effetto analgesico sia centrale che periferico alla dose di 200 mg/kg [7].

Un estratto alcolico a base di radici di Argemone mexicana ha indotto nei topi un effetto antidolorifero ed antinfiammatorio alla dose di 50 e 100 mg/kg, oltre a manifestare un alta tossicità [11].

In uno studio è risultata più potente di Aristolochia indica, Alpinia speciosa e Gymnema sylvestre in quanto ad azione antinfiammatoria [12].

Immunomodulante
L’estratto acquoso di foglie preso oralmente per 20 giorni ha potenziato la risposta immunitaria umorale e soppresso quella cellulo-mediata, suggerendo utili applicazioni nel trattamento delle malattie autoimmuni [13].

Antipsoriasiaco
In uno studio condotto su 24 pazienti affetti da psoriasi in India il trattamento topico combinato a base di papavero messicano ed aloe vera è risultato più efficace e ben tollerato dei protocolli convenzionali [14].

Studi etnofarmacologici condotti da Sekar confermano queste proprietà [15].

Anticatalettico
L’estratto acquoso di foglie di papavero messicano ha inibito la catalessia indotta dalla clonidina nei topi [16].

Citorigenerante
Le cavie trattate con un unguento a base di foglie di Argemone mexicana hanno mostrato una frequenza di epitelizzazione nei modelli di ferita, i ricercatori ipotizzano l’azione sia dovuta alle proprietà astringenti di flavonoidi e triterpenoidi [17].

Antiulcera
Un estratto idroalcolico al 70% di papavero messicano ha protetto i ratti nei modelli sperimentali di igazione pilorica, danno alla mucosa indotto da aspirina, ulcera gastrica da stress da immersione in acqua; alla dose di 400mg/kg la protezione era del 39.9%, 43.6%, 54.7% rispettivamente [18].

Inoltre previene l’ulcerazione duodenale indotta dalla cisteamina, l’estratto acquoso alla dose di 250 mg/kg ha ottenuto un punteggio superiore al convenzionale (rinitidina 20 mg/kg.) [19].

Antitumorale
Estratti di papavero messicano hanno manifestato un effetto citotossico sulle cellule immortalizzate A549, SiHa e KB [20].

Estratti a base di pianta intera hanno mostrato proprietà citotossiche anche sulle cellule HeLa, MCF-7 e HCT-15 [21].

Una frazione di polisaccaridi estratta dalle foglie dell’Argemone mexicana durante il periodo della fioritura ha incrementato l’attività antitumorale del fluorouracile nei ratti affetti da sarcoma, i ricercatori ipotizzano che ciò avvenga attraverso la stimolazione del sistema immunitario degli animali [22].

Antimutagenico
Estratti di Argemone mexicana hanno manifestato una significativa azione antimutagenica nel test di Ames mediata dall’effetto antiossidante [23].

Ipoglicemico
La somministrazione orale delle frazioni cloroformiche ed idrosolubili di un estratto idroalcolico di papavero messicano ha riequilibrato i livelli di glucosio circolante e i parametri sierici nei ratti con diabete indotto dall’alloxan; inoltre ha ridotto la perossidazione lipidica e ristorato la glutatione-S-transferasi (GST) e catalasi (CAT) [24].

Un estratto idroalcolico a base di parte aerea ha ridotto la glicemia a digiuno in maniera dose dipendente nei modelli animali, a 400 mg/kg l’effetto è comparabile a 300 mg/kg di metformina [25].

Un estratto di fiori di Argemone mexicana ha ridotto gli effetti dell’iperglicemia indotta dalla streptozotocina mediante un’azione antiossidante ed antiperossidasi lipidica [26].

Gli alcaloidi estratti dal papavero messicano sono risultati i più potenti tra le quattro specie (Piper nigrum, Murraya koenigii, Nelumbo nucifera) testate per la loro azione inibitoria sull’aldeide reduttasi (IC50 25.67±1.25 μg/mL).
Quest’enzima innesca la cascata di modificazioni biochimiche concorrenti allo sviluppo di complicazioni croniche nel diabete tramite la sovraregolazione della via dei polioli [27].

Epatoprotettore
Estratti a base di parte aerea di Argemone mexicana (100 mg/kg) hanno manifestato un effetto epatoprotettivo simile alla silmarina (70 mg/kg), supportando la tradizionale applicazione come tonico epatico [28].

Un estratto acquoso e una sospensione di foglie di Argemone mexicana in polvere hanno attenuato l’elevazione degli enzimi sierici (GOT, GPT, ALKP)e la biliburina indotte dal tetracloruro di carbonio (CCL4) [29].

La corteccia di radice di papavero messicano ha dimostrato un alto potenziale terapeutico nella cura del parenchima e la rigenerazione delle cellule epatiche nei ratti trattati con CCL4 [30].

Nefroprotettore
L’estratto metanolico di foglie di papavero messicano ha manifestato un’attività antiurolitiasi superiore al controllo (Cystone) alla concentrazione di 100 mg/ml, dall’esame microscopico si notò la sua azione nel dissolvere i cristalli di ossalato di calcio [31].

Antiasmatico
In una ricerca sulle piante medicinali usate tradizionalmente ad Andhra Pradesh in India per trattare l’asma i semi di Argemone mexicana in polvere presi alla dose di 200mg due volte al giorno per 2 settimane hanno indotto un significativo effetto antiasmatico [32].

Gli estratti acquosi a base di steli di papavero messicano (50 mg/kg, ip) hanno ridotto i leucociti e gli eusinofili in eccesso indotti dal latte nei topi, manifestando un buon potenziale antiallergico ed antistress [33].

Antivirale
Estratti a base di papavero messicano hanno mostrato un promettente potenziale anti-HIV diminuendo la produzione virale nelle cellule infettate con HIV-1 NL4-3 [34].

Benzofenantridina e acetonildiidrocheleritrina isolati dalla pianta hanno espresso una significativa attività anti-HIV nei linfociti H) alla concentrazione EC50 di 1.77 μg/mL [35].

Antimalarico
Gli alcaloidi e la berberina estratti dall’Argemone mexicana hanno espresso un’alta attività antiplasmodica nei confronti di Plasmodium falciparum e berghei, gli effetti sinergici della combinazione suggeriscano che altri alcaloidi potenziano l’azione antimalarica della berberina [36].

Antibatterico
Estratti a base di foglie e semi di papavero messicano sono attivi nei confronti dei ceppi di Staphylococcus aureus, Bacillus subtilis, Escherichia coli e Pseudomonas aeruginosa multifarmaco-resistenti [37].

Estratti metanolici di foglie agiscono contro Salmonella typhi, Klebsiella pneumoniae, Bacillus subtilis, Proteus mirabilis, Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus ed Escherichia coli con valori MIC di 125 µg/µl [38].

Le nanoparticelle magnetiche di ossido di ferro trattate con un estratto di foglie di Argemone mexicana hanno inibito Escherichia coli e Proteus mirabilis [39].

Una frazione degli estratti cloroformici a base di semi di papavero messicano era attiva già a 4 mg/ml contro Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae e Pseudomonas aeruginosa; la N-demetilossisanguinarina è stata identificata come il principio attivo antibatterico [40].

Antimicotico
Estratti di foglie e steli di Argemone mexicana hanno proprietà antifungine comparabili con l’Amfoterecina-B [41].

Estratti crudi di papavero messicano sono attivi contro Aspergillus fumigates e niger [42].

Una mistura di alcaloidi quaternarici derivati dall’Argemone mexicana ha inibito la germinazione delle spore di alcune specie di funghi fitopatogenici (Ustilago cynodontis, Cercospora cajani, Sphaerotheca sp., Cercospora sp., Alternaria solani, Bipolaris sp., Helminthosporium sp., Curvularia sp., Fusarium udum e Alternaria cajani) alla dose di 2000, 3000, 4000, 5000 μg/ml.
Questo suggerisce interessanti applicazioni in agricoltura per il controllo di alcune malattie [43].

Insetticida
Estratti di papavero messicano sono risultati attivi contro i coleotteri adulti (Tribolium castaneum) e le larve (Culex quinquefasciatus) [44].

Sono repellenti ance per l’afide (Aphis gossypii), la parte più attiva è la radice [45].

Larvicida
La frazione acetonica dell’estratto di semi di papavero messicano ha espresso un’azione larvicida ed inibitorio sulla crescita delle larve di Aedes aegypti, già alla concentrazione di 10ppm agisce come chemosterilizzante [46].

Molluschicida
Protopina e sanguinarina estratte dall’Argemone mexicana hanno causato una perdita significativa nei livelli di proteine, amminoacidi liberi, DNA, RNA, fosfolipidi e un’aumento della frequenza della perossidazione lipidica nel tessuto nervoso della lumaca d’acqua dolce (Lymnaeu acuminata) [47].

TOSSICITA’
I semi e l’olio di pavero messicano contengono due alcaloidi tossici, sanguinarina e diidrosanguinarina, il consumo orale provoca idropisia epidemica caratterizzata da un accumulo anormale di fluido nei tessuti e nelle cavità corporee [48].
Diversi focolai sono scoppiati nelle Mauritius, Fiji, Madagascar, Sud Africa ed India a causa dell’adulterazione dell’olio di Brassica nigra con i semi di Argemone mexicana che sono pressoché identici a quelli dell’altra pianta [49].

Diversamente dai semi dove la sanguinarina ha un ruolo protettivo ed è il principale alcaloide, quelli della parte aerea sono berberina, protopina e benzofenantridina [50]. Inoltre la concentrazione media è di gran lunga più bassa [51].

Infatti gli esperimenti tossicologici effettuati sui campioni di foglie sembrano suggerire che siano sono sicure anche ad alti dosaggi: l’estratto acquoso e la sospensione del fogliame secco polverizzato sono risultate sicure fino a 2500 mg/kg [29], in un altro test l’estratto metanolico è risultato sicuro fino a 3000mg/kg ma ha causato l’alterazione del comportamento nelle cavie alla dose più alta [19].
Anche la somministrazione cronica degli estratti di foglie per 14 giorni non ha indotto segni di tossicità nelle cavie (2000mg/kg) [17].

La pianta intera di Argemone mexicana contiene

alcaloidi: sanguinarina, diidrosanguinarina, norsanguinarina, 9-metossidiidrosanguinarina, berberina, ossiberberina, tetraidroberberina, protopina, benzofenantridina, canabina, columbanina, criptopina, allocriptopina, coptisina, diidrocoptisina, tetraidrocoptisina, argemexicaina A, argemexicaina B, stilopina, cheleritrina, norcheleritrina, deidrocheilantifolina, deidrocoridalmia, jatrorrizina, stilopina, ossiidrastinina, talifolina, argemonina, argemexirina, metilzantoxilina, angolina, arnottianamide, isocoridina, reticulina, 13-ossotropina.

flavonoidi: luteolina, eriodictiolo, isoarmnetina, quercetrina, rutina, mexitina

triterpeni: β-amirina.

idrochinoni: benzenediolo;

acidi organici: acido argemonico, mexicanico, miristico, palmitico, oleico, linoleico, margarico, γ-linolenico, stearico, acrilico.

idrocarburi aromatici: ottadecene, eicosene, esadecene, eptadecene.

 

I semi contengono principalmente sanguinarina e diidrosanguinarina, nel fogliame invece gli alcaloidi principali sono berberina, protopina, benzofenantridina, canabina e columbanina.

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49)Steyn, Douw G. “Poisoning with the seeds of Argemone Mexicana (Mexican poppy) in human beings: Indian epidemic dropsy in South Africa.” African Journal of Health Professions Education 24.18 (1950): 333-339.

50)Elfahal, I. A., et al. “Recovery of alkaloids from leaves and seeds of Argemone mexicana.” Planta Medica 77.12 (2011): PA19.

51)Desai, Savitha S., et al. “Phytochemical analysis and antimicrobial activity of extracts from medicinal plant Argemone mexicana Linn.” Proceedings of the Conference on Exploring Basic & Applied Sciences for Next Generation Frontiers (EBAS-2014). 2014.

 

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1 recensione per Papavero messicano (Argemone mexicana)

  1. Alfredo

    prodotto di altissima qualità! tutti i semi che ho piantato sono germogliati in poco tempo

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Papavero messicano (Argemone mexicana)
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