La proprietà intossicanti di questa spezia sono note da molto tempo anche nel mondo occidentale.
Si diffuse fra i carcerati ed i musicisti jazz: il leggendario sassofonista Charlie Parker ne faceva ampiamente uso nelle sue
jam-session.
Malcom X l’ha consumata come sostituto delle cannabis durante la sua detenzione a Charleston, anche Gandhi ne faceva ampiamente uso per le sue meditazioni.
La miristicina (il principale composto attivo) ha infatti dimostrato effetti molto variegati sul CNS: azione antidepressiva, analgesica, sedativa, ansiolitica ed ansiogena al tempo stesso in base al dosaggio. A dosaggi estremi è molto pericolosa.
Il terpineolo contribuisce all’azione psicoattiva incrementando l’attività nervosa del GABA.
E’ stata confrontata con la lavanda risultando più efficace nell’indurre depressione del CNS e sonnolenza.
La somministrazione di noce moscata ha espresso un marcato effetto antidepressivo sui topi comparabile all’azione della fluoxetina o dell’imipramina privo di componente sedativa. Non è stata notata alcuna riduzione dell’attività locomotoria, ma anzi ha inibito quella indotta dalla reserpina.
Stimola i livelli di serotonina ed antagonizza i recettori adrenergici α1. Blocca il recettore dopaminergico D2 in maniera più potente della stessa imipramina.
Inibisce l’acetilcolinesterasi incrementando i livelli di acetilcolina, potrebbe avere potenziali applicazioni nel trattamento delle malattie neurodegenerative.
Estratti della pianta sono stati testati sui ratti risultando in un significativo aumento dell’attività sessuale, validandone l’antico impiego come afrodisiaco.
Alcuni esperimenti dimostrano che la noce moscata combatte la proliferazione delle cellule leucemiche.
Protegge la pelle dai raggi UV, inoltre inibisce la degradazione dell’elastina nella pelle migliorandone l’elasticità ed ostacolando i segni dell’invecchiamento.
Diversi studi dimostrano che i composti presenti nell’olio essenziale della pianta facilitano la digestione, combattendo flatulenza e meteorismo.
I lignani contenuti nella pianta inibiscono la tirosina fosfatasi 1B (PTP1B), migliorando la conduttività nervosa della via di segnalazione insulinica con effetti protettivi su obesità e diabete di tipo 2.
Contiene macelignano un anticariogenico molto più forte di sanguinarina, eucaliptolo, mentolo, timolo e salicilato di metile.
E’ efficace su molti batteri responsabili delle carie dentale: Streptococcus sobrinus, Streptococcus salivarius, Streptococcus sanguis, Lactobacillus acidophilus e Lactobacillus casei.
Inoltre questo composto riduce l’attività del GATA3, il fattore trascrizionale necessario per la produzione dell’interleuchina-4 nelle cellule Th2, riducendo notevolmente l’eccessiva secrezione di muco tipica di asma e molti altri disturbi respiratori.
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