La somministrazione di un estratto a base della pianta è stato testato su giovani affetti da disturbi d’ansia risultando in una riduzione del threshold della sensibilità della retina alla luce, miglioramento di discriminazione dei colori, abbassamento dei livelli di stress e miglioramento dell’umore.
Perciò è stato ipotizzato che esista una relazione tra l’effetto ansiolitico ed il potenziamento della sensibilità della vista, la marihuanilla agirebbe sui processi GABAergici della retina e del cervello.
Ne 2005 un gruppo di ricercatori ha somministrato la marihuanilla a cavie di laboratorio esprimendo un significativo effetto antinocicettivo dose-dipendente nei confronti degli stimoli dolorosi termici e chimici, oltre ad un marcato effetto ipoglicemico.
Queste proprietà potrebbero spiegare molte delle applicazioni terapeutiche tradizionali.
La leunorina, il principale composto psicoattivo, è un inibitore della ricaptazione dell’adenosina ed ha effetti depressivi sul CNS.
E’ anche un inibitore della creatinchinasi, un enzima coinvolto nei danni muscolari e nella resistenza contrattile delle arterie.
La ricerca scientifica sta valutando il potenziale terapeutico di un inibitore di quest’enzima nel controllo di pressione arteriosa e patologie muscolari.
La stachidrina ha dimostrati effetti antitrombotici e promuove la circolazione sanguigna.
I lattoni furanoditerpenici estratti dalla pianta hanno mostrato attività citotossica contro le cellule leucemiche nei tessuti di coltura.
In un altro lavoro un estratto di marihuanilla ha indotto l’apoptosi di diversi tipi di cellule tumorali tramite il sistema mitocondriale in maniera dose-dipendente.
Contiene anche acido ursolico un inibitore della xantina ossidasi che abbassa i livelli di superossido ed allevia l’infiammazione cellulare, oltre ad avere un potente effetto antiossidante.
A questo proposito è stata confrontata con Lamium album, Marrubium vulgare, betonica, Lamium purpureum, Galeopsis speciosa risultando più potente.
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