Euforizzante, Colinergico, delirante
La nicotina si lega ai recettori nicotinici per l’acetilcolina nel cervello come agonista stimolando il rilascio di numerosi neurotrasmettitori tra cui dopamina, serotonina, norepinefrina, acetilcolina, GABA e glutammato [Quattrocki, Elizabeth, Abigail Baird, and Deborah Yurgelun-Todd. “Biological aspects of the link between smoking and depression.” Harvard review of psychiatry 8.3 (2000): 99-110.].
Ad alte dosi induce nausea e vomito; con l’aumentare della dose si instaura la cosiddetta sindrome colinergica in cui sono comuni sintomi come diarrea, bradicardia, perdita della coordinazione muscolare, aumento della salivazione e delle secrezioni corporee, oltre ai collaterali centrali come alterazioni percettive e delirio.
Il ruolo degli alcaloidi minori nella farmacologia del tabacco, per quanto probabilmente secondario, non è stato ancora del tutto chiarito.
MAO-Inibitore
Il fumo di tabacco è un potente MAO-inibitore: contiene armano e norarmano in grado di inibire MAO-A e MAO-B in maniera competitiva e reversibile [H Kapelewski, Christine, David J Vandenbergh, and Laura C Klein. “Effect of monoamine oxidase inhibition on rewarding effects of nicotine in rodents.” Current drug abuse reviews 4.2 (2011): 110-121.]. Sempre nel fumo è presente il trans,trans-farnesolo (selettivo per il MAO-B). Nella foglia e nei fiori freschi invece sono stati rilevati armina ed armalina selettivi sul MAO-A [Tarkowská, Danuše. “A Fast and Reliable UHPLC–MS/MS-Based Method for Screening Selected Pharmacologically Significant Natural Plant Indole Alkaloids.” Molecules 25.14 (2020): 3274.]. Sono stati rilevati anche altri composti potenzialmente attivi sull’enzima MAO ma ancora sotto studio, armano e norarmano spiegano soltanto circa il 10% del grado di inibizione di un fumatore [Truman, Penelope, Peter Grounds, and Katharine A. Brennan. “Monoamine oxidase inhibitory activity in tobacco particulate matter: Are harman and norharman the only physiologically relevant inhibitors?.” Neurotoxicology 59 (2017): 22-26.].
Per via dell’azione MAO-inibitoria, il tabacco potenzia cannabis e praticamente quasi tutte le altre sostanze psicotrope, non a caso è la pianta più utilizzata dai nativi in Amazzonia in associazione ai vari enteogeni tradizionali.
Stimolante, depressivo
La nicotina modula lo stato generale di attivazione e reattività del sistema nervoso agendo come stimolante o sedativo in base alla dose e al distretto del corpo specifico.
I bassi dosaggi, come quelli assorbibili tramite le comuni sigarette, inducono euforia, aumento della concentrazione e vigilanza attraverso la stimolazione della neurotrasmissione ganglionica in acuto.
Quelli più alti hanno un effetto depressivo sul CNS che si ipotizza sia dovuto al blocco dei gangli autonomi. Il consumo cronico determina la sovraregolazione di diversi recettori nicotinici e una diminuzione consistente nella produzione di dopamina del fumatore. Si instaura una tolleranza per gli effetti stimolanti iniziali, aumenta il rischio di depressione e dimuiscono i livelli di energia anche per via dell’effetto vasocostrittivo della nicotina [Wadgave, Umesh, and L. Nagesh. “Nicotine replacement therapy: an overview.” International journal of health sciences 10.3 (2016): 425.].
La somministrazione per via transdermica in un campione di non-fumatori ha ridotto il tempo di sonno totale, l’efficienza e il sonno non-REM [Davila, David G., et al. “Acute effects of transdermal nicotine on sleep architecture, snoring, and sleep-disordered breathing in nonsmokers.” American journal of respiratory and critical care medicine 150.2 (1994): 469-474.].
Dalla combustione dei polisaccaridi del tabacco si forma acetaldeide, un composto psicotropo dalle proprietà stimolanti che agisce in sinergia con la nicotina.
La foglia di Nicotiana contiene anche piccole tracce di yohimbina, uno stimolante, e ajmalicina, sedativo, poco significative dal punto di vista farmacologico.
Vasocostrittivo, cardiostimolante
La nicotina provoca il rilascio di epinefrina e norepinefrina dalle terminazioni nervose simpatiche e dalla medulla adrenale dando luogo a tachicardia ed effetti vasocostrittivi [Lucchesi, B. R., C. R. Schuster, and G. S. Emley. “The role of nicotine as a determinant of cigarette smoking frequency in man with observations of certain cardiovascular effects associated with the tobacco alkaloid.” Clinical Pharmacology & Therapeutics 8.6 (1967): 789-796.].
Nootropico
I benefici indotti dalla nicotina sulle capacità cognitive riguardano soprattutto cancentrazione, attenzione selettiva, memoria a breve termine e quella di lavoro.
Si ipotizza che siano dovuti al miglioramento del rapporto segnale rumore o della plasticità sinaptica nella regione della corteccia prefrontale e dell’ippocampo, un meccanismo che pare sia mediato principalmente dalle subunità α7 and β2 dei recettori nicotinici.
In secondo luogo l’attivazione dei recettori nicotinici sull’area ventrale tegmentale (VTA) delle cellule D2 della dopamina determina un aumento della flessibilità cognitiva. Anche l’influenza sui livelli di glutammato, norepinefrina, serotonina e GABA contribuisce ma non è ancora stata chiarita bene.
Come gli effetti stimolanti, anche questi diventano poco significativi sulle popolazioni che ne fanno un uso cronico [Valentine, Gerald, and Mehmet Sofuoglu. “Cognitive effects of nicotine: recent progress.” Current neuropharmacology 16.4 (2018): 403-414.].
Performance atletica
In uno studio placebo-controllato condotto su giocatori di baseball non-fumatori la masticazione di una gomma alla nicotina ha potenziato i tempi di reazione motoria, la coordinazione e la performance nel colpire la palla [Fang, Shih-Hua, et al. “Acute Effects of Nicotine on Physiological Responses and Sport Performance in Healthy Baseball Players.” International Journal of Environmental Research and Public Health 19.1 (2022): 515.]. Altre ricerche precedenti non hanno evidenziato benefici significativi, la questione è ancora aperta infatti non viene considerata una sostanza dopante. In ogni caso i benefici non perdurano nel cronico.
Il fumo invece è stato associato a livelli bassi di resistenza alla fatica e ad una ridotta capacità atletica in generale [Guo, Yugang. “Nicotine dependence affects cardiopulmonary endurance and physical activity in college students in Henan, China.” Tobacco Induced Diseases 21 (2023).].
Assuefazione e dipedenza
Ci sono diversi meccanismi alla base del tabagismo che esulano dalle semplici caratteristiche farmacologiche della nicotina, infatti i preparati alla nicotina, specie assunti per via diversa da vaporizzazione o combustione, non hanno un potenziale di dipendenza significativo. Un’alterazione a carico dei cluster genetici CHRNA5, CHRNA3 e CHRNB4 che codificano per le subunità α5, α3, and β4 dei recettori nicotinici predispone il consumatore allo sviluppo della tossicodipendenza (e del cancro ai polmoni).
I fattori di rischio ambientali comprendono influenze famigliari negative, problemi comportamentali, insicurezza, ansia sociale, difficoltà cognitive, ansia, depressione, povertà, precedenti di disturbi mentali o abuso di sostanze.
E’ molto comune la comorbidità con l’abuso di alcolici: la nicotina ha un effetto stimolante che allevia gli effetti dell’alcol e ne incentiva il consumo; l’alcol aumenta i craving per la nicotina e ne incentiva allo stesso modo il consumo.
Come per la cannabis e quasi tutte le sostanze l’onset precoce è correlato ad aumento del rischio di dipendenza oltre che a deficit nel controllo inibitorio cognitivo e nell’attenzione sostenuta, senza considerare gli effetti deleteri del fumo sulla crescita. Proprio durante l’adolescenza sono in tanti ad iniziare semplicemente per “omologarsi” al gruppo e sentirsi più grandi, si è visto che il tabacco favorisce le interazioni sociali fungendo spesso da droga sociale.
Eventuali difficoltà cognitive vengono alleviate dall’effetto iniziale stimolante e nootropico della nicotina riforzandone l’assunzione nei momenti di stress. In più col tempo si tenderà ad associare l’atto del fumo ad altre attività piacevoli diventando sempre più difficle smettere.
Bisogna poi considerare il fitocomplesso della foglia di tabacco contiene diversi altri alcaloidi minori meno noti: gli altri agonisti nicotinici, anatabina, cotinina e miosmina, hanno dimostrato di incrementare la locomozione indotta dalla nicotina nei modelli animali, oltre a favorirne il consumo e il grado d’assefazione [Hall, Brandon J., et al. “Differential effects of non-nicotine tobacco constituent compounds on nicotine self-administration in rats.” Pharmacology Biochemistry and Behavior 120 (2014): 103-108.].
Oltre a questi sono presenti anche diversi composti MAO-inibitori che sembrano riforzare il potenziale di dipendenza della nicotina. Test sui ratti hanno mostrato che armano e norarmano, due betacarboline presenti nel fumo di Nicotiana, incrementano l’autosomministrazione di nicotina e l’avversione condizionata spaziale durante l’astinenza dalla stessa.
Infine l’acetaldeide che si forma dalla pirolisi dei polisaccaridi produce stimolazione e comportamenti compulsivi agendo in sinergia con la nicotina [Hogg, Ron C. “Contribution of monoamine oxidase inhibition to tobacco dependence: a review of the evidence.” Nicotine & tobacco research 18.5 (2016): 509-523.].
Uno studio del 2007 ha analizzato gli additivi comunemente usati nella regolare produzione di tabacco scoprendo che più di 100 di questi composti hanno una loro azione farmacologica specifica.
Molti potenziavano il potenziale di dipendenza della nicotina, in più mascheravano o modificano la sintomatologia degli effetti collaterali cronici ed acuti rendendone più difficile il trattamento adeguato [Rabinoff, Michael, et al. “Pharmacological and chemical effects of cigarette additives.” American Journal of Public Health 97.11 (2007): 1981-1991.].
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