I principali alcaloidi della corteccia sono voacamina e il relativo isomero voacamidina (3,5% della corteccia di radice essiccata).
Il primo è uno dei pochissimi antagonisti naturali del recettore dei cannabinoidi CB1, una caratteristica che potrebbe spiegare gli effetti utili dell’estratto di Voacanga sui comportamenti compulsivi [Kitajima, Mariko, et al. “Discovery of indole alkaloids with cannabinoid CB1 receptor antagonistic activity.” Bioorganic & medicinal chemistry letters 21.7 (2011): 1962-1964.]. Ad alte dosi ha mostrato un marcato effetto ipotensivo sulle cavie.
La vocangina (0,81%), è un inibitore dell’acetilcolinesterasi. Inibisce anche la chinasi VEGF2 e di conseguenza l’angiogenesi. Agisce inoltre come agonista per il recettore TRPA1 ed antagonista per i recettori TRPM8 e TRPV1, legati, tra le altre cose, alla sensazione di freddo e alla temperatura corporea [Terada, Yuko, et al. “Activation and inhibition of thermosensitive TRP channels by voacangine, an alkaloid present in Voacanga africana, an African tree.” Journal of Natural Products 77.2 (2014): 285-297.].
Come l’ibogaina è potente un bloccante del canale del gene HERG e potrebbe avere potenzialità antiarritmiche ma anche una certa cardiotossicità. C’è da dire che la bassa biodisponibilità orale (11-13%) riduce notevolmente questo rischio [Mair, Christina, et al. “Pharmacokinetics of hERG channel blocking voacangine in Wistar rats applying a validated LC-ESI-MS/MS method.” Planta Medica 82.11/12 (2016): 1030-1038.].
Dai test condotti sulle cavie risulta che possa potenziare l’effetto ipnotico dei barbiturici e produrre di per se un effetto analgesico ed anestetico locale. In una recente ricerca condotta sui topi ha ridotto l’attività EEG in maniera simile al pentobarbital lasciando ipotizzare che il recettori GABA-A siano implicati nei suoi effetti depressivi sul CNS [González-Trujano, María Eva, et al. “Tabernaemontana arborea and ibogaine induce paroxysmal EEG activity in freely moving mice: Involvement of serotonin 5-HT1A receptors.” Neurotoxicology 89 (2022): 79-91.].
Ad alte dosi produce convulsioni e morte per asfissia.
La voacristina (0,45%) ha una struttura molto simile alla voacangina e si ipotizza abbia una farmacologia analoga, nei test in vitro ha mostrato effetti citostatici, citotossici, mutagenici e contraccettivi [Melo, A. A., et al. “Cytostatic, cytotoxic and mutagenic effects of voacristine, an indole alkaloid in wild-type and repair-deficient yeasts.” Mutation Research/Genetic Toxicology 171.1 (1986): 17-24.].
Sono presenti anche tanti altri alcaloidi minori tra cui il più famoso è l’ibogaina (0,25% della corteccia di radice) ma la basse concentrazioni lasciano pensare ad un’azione secondaria e tutt’al più sinergica.
Allucinogeno, stimolante, sedativo, ipotensivo
Ratsch riporta che la corteccia e i semi di Voacanga africana contengono fino al 10% di alcaloidi stimolanti ed allucinogenici. In realtà solo la corteccia di radice può arrivare a quella concentrazione, quella del fusto ad un 5% massimo, i semi soltanto al 3,5% [Bekoe, Emelia Oppong, et al. “Ethnomedicinal uses, biological activities, and toxicity of Voacanga africana Stapf Ex Scott-Elliot.” Advances in Traditional Medicine (2023): 1-18.]. Nonostante ciò sono proprio i semi, che contengono quasi esclusivamente tabersonina (95% degli alcaloidi totali), ad avere effetti più marcati. Niente a che vedere con stimolazione, erotismo o allucinazioni, hanno un azione fortemente narcotica ed ipotensiva simile alla reserpina e possono indurre abbassamento eccessivo della pressione, debolezza, mal di testa e nausea. Alcuni utenti riportano anche alterazioni nella percezione dei colori ed altri effetti visionari minori con gli alti dosaggi.
La corteccia spesso non ha una concentrazione di alcaloidi indolici sufficiente per evocare effetti psicotropi percepibili, quella di radice è già più potente ed è stata utilizzata come stimolante/energizzante da alcuni utenti a bassi dosaggi (1-2g di corteccia in polvere).
Si ipotizza che gli effetti centrali di questa pianta siano mediati dall’alterazione dei processi dopaminergici e glutammatergici, gli alcaloidi totali dei semi hanno mostrato però una potenza di circa 1/100 della potenza dell’ibogaina nel deprimere la risposta sinpaptica e l’eccitablità neuronale [BUOLAMWINI, JOHN K., and J. PITTMAN QUENTIN. “Ibogaine and a Total Alkaloidal Extract of Voacanga africana Modulate Neuronal Excitability and Synaptic Transmission in the Rat Parabrachial Nucleus In Vitro.” Brain Research Bulletin 44.5 (1997): 603-610.].
Un estratto acquoso a base di corteccia del fusto di Voacanga africana ha indotto marcati effetti sedativi incrementando la durata totale del sonno indotto nelle cavie dal diazepam [Bum, E. Ngo, et al. “Validation of anticonvulsant and sedative activity of six medicinal plants.” Epilepsy & Behavior 14.3 (2009): 454-458.].
ANTIDEPRESSIVO, ANTICOLINESTERASICO
Estratti a base di corteccia di voacanga hanno migliorato la coordinazione ed alleviato i comportamenti depressivi dei topi nel modello di neurodegenerazione dopaminergica indotta dall’ossidopamina. Il trattamento ha ridotto l’attivazione microgliale senza però limitare la neurodegenerazione del sistema striatale dopeminergico.
Le voacafrine, alcaloidi indolici isolati dai semi di Voacanga africana, hanno simotrato di inibire l’acetilcolinesterasi [Zhao, Qian, et al. “Voacafrines AN, aspidosperma-type monoterpenoid indole alkaloids from Voacanga africana with AChE inhibitory activity.” Phytochemistry 181 (2021): 112566.]. Anche la voacangina e la coronaridina della corteccia inibiscono quest’enzima ma il secondo è presente solo in tracce poco significative dal punto di vista farmacologico [Andrade, Marcelo T., et al. “Indole alkaloids from Tabernaemontana australis (Müell. Arg) Miers that inhibit acetylcholinesterase enzyme.” Bioorganic & medicinal chemistry 13.12 (2005): 4092-4095.].
ANTICONVULSIVANTE
Un estratto acquoso a base di corteccia del fusto di Voacanga africana ha protetto le cavie dalle convulsioni indotte dal pentetrazolo [Andrade, Marcelo T., et al. “Indole alkaloids from Tabernaemontana australis (Müell. Arg) Miers that inhibit acetylcholinesterase enzyme.” Bioorganic & medicinal chemistry 13.12 (2005): 4092-4095.].
ANTINFIAMMATORIO, ANTIOSSIDANTE, CITORIGENERANTE
La frazione flavonoica dell’estratto metanolico a base di fogliame di Voacanga africana ha dimostrato potenti proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie, nei test sui ratti ha contrastato i radicali liberi ed inibito l’edema indotto dalla carraginina nei ratti [Olaleye, S. B., et al. “Antioxidant and anti-inflammatory properties of a flavonoid fraction from the leaves of Voacanga africana.” Nigerian Journal of Physiological Sciences 19.1 (2004): 69-76.].
In un altro studio un estratto di corteccia di radice di voacanga ha facilitato la guarigione delle ferie ed inibito il processo flogistico in maniera simile all’indometacina [Diagne, Houndjo Salimata, et al. “Anti-inflammatory and healing activity of an hydroethanolic extract of Voacanga africana stapt ex Scoot-Elliot (Apocynaceae): In vivo model.” National Journal of Physiology, Pharmacy and Pharmacology 13.1 (2023): 151-156.].
GASTROPROTETTIVO, ANTISTAMINICO
Estratti acquosi e metanolici a base di corteccia di Voacanga africana hanno mostrato buone potenzialità gastroprotettive [Tan, Paul V., Clarisse K. Njimi, and Johnson F. Ayafor. “Screening of some African medicinal plants for antiulcerogenic activity: part 1.” Phytotherapy Research 11.1 (1997): 45-47.].
Un alcaloide isolato dai frutti ha protetto i ratti dalla formazione di ulcere indotte da HCl/etanolo, etanolo, HCl/etanolo/indometacina, istamina, legatura del piloro, stress da freddo e immobilizazione. Mostra effetti antisecretori simili ai bloccanti dei recettori dell’istamina H2, oltre ad un’azione citoprotettiva dovuta al potenziamento delle difese della mucosa gastrica [Tan, P. V., and B. Nyasse. “Anti-ulcer compound from Voacanga africana with possible histamine H2 receptor blocking activity.” Phytomedicine 7.6 (2000): 509-515.].
IMMUNOSOPPRESSIVO
La voacamina ha un alta affinità per il recettore IL-2Rα e può indurre significativi effetti immunosoppressivi sulle celulle B interagendo con il sito attivo dell’enzima [Li, Hong Xiang, et al. “Immunosuppressive effect of voacamine from Voacanga africana Stapf based on SPRi experiment.” Tropical Journal of Pharmaceutical Research 18.9 (2019): 1889-1893.].
ANTITUMORALE
Le voacafrine, alcaloidi indolici isolati dai semi di Voacanga africana, hanno mostrato proprietà citotossiche nei confronti delle cellule di cancro ai polmoni, carcinoma nasofaringeo, cancro al colon e al seno con valori IC50 di 4.45-7.49 μM [Andrade, Marcelo T., et al. “Indole alkaloids from Tabernaemontana australis (Müell. Arg) Miers that inhibit acetylcholinesterase enzyme.” Bioorganic & medicinal chemistry 13.12 (2005): 4092-4095.].
La somministrazione di voacamina (15, 30 mg/kg ogni due giorni, i.p., per 16 giorni) ha soppresso la formazione di neoplasie nel modello animale da carcinoma al colon [Chen, Yao, et al. “Voacamine is a novel inhibitor of EGFR exerting oncogenic activity against colorectal cancer through the mitochondrial pathway.” Pharmacological Research 184 (2022): 106415.].
Altre ricerche riportano risultati positivi nel trattamento di osteosarcoma, melanoma [Condello, Maria, et al. “Voacamine modulates the sensitivity to doxorubicin of resistant osteosarcoma and melanoma cells and does not induce toxicity in normal fibroblasts.” Journal of natural products 77.4 (2014): 855-862.], cancro al seno [Zuo, Yi, et al. “Activation of mitochondrial-associated apoptosis signaling pathway and inhibition of PI3K/Akt/mTOR signaling pathway by voacamine suppress breast cancer progression.” Phytomedicine 99 (2022): 154015.] ed alle ovaie [Pellegrini, Evelin, et al. “A natural product, voacamine, sensitizes paclitaxel-resistant human ovarian cancer cells.” Toxicology and Applied Pharmacology 434 (2022): 115816.].
Inoltre è un inibitore del recettore per recettore del fattore di crescita epidermoidale (EGFR) che ha un ruolo importante nella sintesi del DNA, la crescita e la sopravvivenza delle cellule [Chen, Yao, et al. “Voacamine is a novel inhibitor of EGFR exerting oncogenic activity against colorectal cancer through the mitochondrial pathway.” Pharmacological Research 184 (2022): 106415.].
ANTIPARASSITARIO
Diversi alcaloidi isolati dalla corteccia del fusto di Voacanga africana (voacamina, voacangina, voacristina, coronaridina, ibossigaina, voacamina e voacorina) hanno iniboto la motilità delle microfilarie e dei vermi adulti di Onchocerca ochengi in maniera dose dipendente [Babiaka, Smith B., et al. “Alkaloids with anti-onchocercal activity from Voacanga africana stapf (Apocynaceae): Identification and molecular modeling.” Molecules 26.1 (2020): 70.].
In un altra ricerca la voacangina e la voacamina hanno inibito anche il verme dell’occhio (Loa loa) [Borakaeyabe, Smith Babiaka, et al. “Isolation and characterization of filaricidal compounds from the stem bark of Voacanga africana, a plant used in the traditional treatment of onchocerciasis in Cameroon.” Journal of Medicinal Plants Research 9.14 (2015): 471-478.].
La vocamina ha mostrato inoltre proprietà antimalariche nei test in-vivo [Stöckigt, Joachim, et al. “Indole alkaloids from cell suspension cultures of Stemmadenia tomentosa and Voacanga africana.” Zeitschrift für Naturforschung C 37.10 (1982): 857-860.]
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