
MAO-I nella Mimosa hostilis
I nativi sono soliti preparare la jurema a freddo senza l’aggiunta di altri componenti MAO-inibitori se escludiamo le Brunfelsia sp. che contengono scopoletina, una cumarina in grado di inibire l’enzima in questione. In ogni caso la Mimosa hostilis anche da sola produce un certo effetto psicotropo seppur richieda più del doppio della quantità rispetto alla cottura.
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Si pensava ciò fosse dovuto alla yuremamina, un flavonoide indolico altamente instabile che si degrada col calore (presente quindi solo nei preparati tradizionali a freddo), e che potrebbe agire come MAO-I [1].
Recentemente però è stata rilevata la presenza di armina nella corteccia di M. hostilis seppur a concentrazioni circa 17 volte inferiori rispetto a B. caapi [2]. La presenza dell’armina potrebbe spiegare la blande proprietà degli alti dosaggi assunti in assenza di un secondo ingrediente. Inoltre le stesse triptamine sono MAO-I anche se molto meno potenti di armina ed armalina, a dosaggi estremamente alti è ragionevole pensare che lo stesso DMT si attivi da solo.
Un altra preparazione controversa è la cosiddetta jungle spice, ovvero la frazione degli alcaloidi ottenuta dalla fase basica acquosa estratta con xilene o toluene. Questa assume l’aspetto di un olio scuro marrone-rossastro ed è composta da DMT ed altri alcaloidi sconosciuti. Si credeva che il colore fosse dovuto alla yuremamina, tuttavia questa è un composto incolore e, tra l’altro, data la sua instabilità viene completamente degradata durante i normali processi estrattivi impiegati in ambienti amatoriali.
E’ già più plausibile che siano i prodotti della degradazione della yuremamina, ancora ignoti, oltre all’ossido di DMT a determinare la diversa farmacologia della jungle spice.
FONTI
1)Vepsäläinen, Jouko J., et al. “Isolation and characterization of yuremamine, a new phytoindole.” Planta medica 71.11 (2005).
2)Simão, Ana Y., et al. “Evaluation of the cytotoxicity of ayahuasca beverages.” Molecules 25.23 (2020).