Devo dire che a circa 7 anni di attività nel settore dei prodotti naturali mi ritrovo ad avere posizioni ancora più critiche nei confronti di chi crede che le piante possano curare qualsiasi disturbo senza avere i collaterali dei farmaci convenzionali.

Le natura è piena di sostanze tossiche e pericolose, l’origine di un molecola non cambia nulla dal punto di vista farmacologico. Se vado ad estrarre della vitamina C da un arancia e la purifico o la sintetizzo direttamente in laboratorio è la stessa identica cosa.
La differenza principale che generalmente distingue preparati naturali ed estratti derivati dalle piante è la presenza di fitocomplessi e la variabilità nella loro composizione chimica in base a tantissimi fattori spesso anche ignoti. Persino un estratto standardizzato per un determinato principio attivo potrà mostrare differenze chimiche significative tra un lotto e un altro per via degli altri costituenti non quantificati.

Questa caratteristiche rendono il campo della farmacologia naturale molto difficile da padroneggiare e non stupisce che col tempo la medicina sia diventata sempre più sintetica.
Bisogna comunque ricordare che la maggior parte dei farmaci d’uso comune sono stati sintetizzati usando come modello sostanze presenti in natura o anche direttamente modificandone la struttura. Grazie alla tanto criticata “chimica” è infatti possibile adattare i prodotti naturali alle proprie esigenze potenziandone l’assorbimento o migliorandone il rapporto rischio/benefici.
C’è da dire che in alcuni casi, come ad esempio per l’estratto di semi di Mucuna pruriens, il fitocomplesso naturale si è dimostrato più efficace della levadopa pura di sintesi. Ma appunto vanno distinti i casi, non c’è una regola generale.

Inoltre dobbiamo pensare che, considerando anche il continuo e spaventoso aumento del numero di esseri umani nel mondo, non ci sono abbastanza foglie, radici, etc. per soddisfare il nostro fabbisogno farmacologico.
La produzione sintetica è spesso molto più ecosostenibile, sono tante le specie, soprattutto quelle raccolte allo stato selvatico, che sono state sterminate o quasi dallo sfruttamento commerciale eccessivo.

Negli ultimi anni i ritiri sciamanici curativi si sono aggiunti al già cospicuo gruppo delle pseudoscienze legate al mondo naturale.
Spuntano come funghi i “facilitatori” che vendono a caro prezzo dosi di sostanze illegali conditi con musiche e menate new age come se fossero panacee. Sfruttano l’ignoranza e la disperazione della gente proponendosi come un alternativa migliore rispetto alla medicina convenzionale, ogni tanto ci scappa anche il morto… fate molta attenzione!

Io non voglio essere associato a gente del genere, non sono uno sciamano, non somministro nulla, non mi sostituisco ad un medico, non faccio migliaia di euro in nero per un paio di giorni.
Ho una ditta individuale e lavoro anche sabato e domenica senza nessun tipo di aiuto per pulizie, raccolta, gestione magazzino, burocrazia, etc. e devo pagare tasse, contributi, dazi doganali, tariffa fitosanitaria, contributo ambientale, bollo, etc. producendo e rivendendo prodotti naturali e non “esperienze” o terapie.

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